Ciro Grillo, l'istruttrice di kitesurf: "Silvia non era lucida"
Nuovo capitolo del caso Ciro Grillo: a parlare è Francesca, che ha tenuto la lezione di kitesurf il giorno dopo la presunta violenza subita da Silvia
Nuovo capitolo nella vicenda che riguarda il figlio di Beppe Grillo, Ciro, tre suoi amici e due ragazze, una delle quali ha denunciato il gruppo di averla violentata durante una vacanza in Sardegna, nella villa del Garante del Movimento 5 Stelle.
A parlare, intervistato dal Corriere della Sera, Francesca, insegnante di kitesurf, che ha fatto lezione a Silvia il giorno dopo la presunta violenza.
Ciro Grillo, l’istruttrice di kitesurf: “Silvia non era lucida”
Il 17 agosto 2019 Silvia (nome di fantasia) è andata a lezione di kitesurf in una spiaggia della Sardegna.
Poche ore prima, secondo la sua denuncia, sarebbe stata violentata da Ciro Grillo, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria.
Il primo a parlare pubblicamente dell’ormai nota lezione di kitesurf è stato Beppe Grillo nel video, criticato da molti, in cui ha difeso il figlio e i suoi amici: “Se una persona viene stuprata la mattina – aveva detto – e il pomeriggio va in kitesurf e dopo otto giorni fa la denuncia… vi è sembrato strano? Bene, è strano”.
A tenere quella lezione c’era anche Francesca, una ragazza di origini piemontesi, che d’estate insegna kitesurf a Porto Pollo.
In un’intervista al Corriere della Sera ha ricordato quella mattinata: “Silvia quel giorno era arrivata in semi-hangover, non proprio al massimo della lucidità, diciamo così”.
E ancora: “Mi è sembrata stonata, di sicuro non lucida. Del resto – ha aggiunto – succede spesso: è estate e la gente fa le cinque del mattino. Ne vediamo tante di persone così”.
Ciro Grillo, l’istruttrice di kitesurf: “Non mi ha parlato dello stupro”
“Io non voglio giudicare quel che è successo – ha detto -, queste sono cose per le quali la consapevolezza può maturare nel tempo. Silvia non mi ha confidato nulla riguardo a uno stupro“.
Francesca ha poi spiegato di non aver notato lividi sul corpo di Silvia “perché aveva la muta e non l’ho aiutata a vestirsi. Mi ha detto che avevano bevuto parecchio come le ragazze di quell’età che fanno le sei del mattino”.
“Se non ricordo male – ha concluso – non ce l’ha fatta a finire la lezione. Dello stupro l’ho saputo dai carabinieri. Non ho più né visto, né sentito Silvia”.