Cesena, manifesti "stop gender" dell'associazione Pro Vita di fronte a una scuola elementare: è polemica
A Cesena sono comparsi dei manifesti "stop gender" firmati da Pro Vita di fronte a una scuola elementare. Una petizione chiede al Comune di rimuoverli
L’Associazione Pro Vita e Famiglia ha affisso dei manifesti “stop gender” di fronte alla scuola elementare Villarco, a Cesena. L’iniziativa ha fatto scoppiare le polemiche.
- Manifesti "stop gender" dei Pro Vita, cos'è successo
- La denuncia di Articolo Uno
- Un precedente con i manifesti anti-aborto
- La parità di genere a scuola, l'esempio di Buggiano
Manifesti “stop gender” dei Pro Vita, cos’è successo
La denuncia arriva dall’Associazione Articolo Uno di Cesena.
Di fronte alla scuola elementare Villarco, in via Viareggio, sono stati affissi dei manifesti che mostrano un bambino imbronciato con due mani, una a destra e una sinistra, che gli appongono un papillon rosso e un rossetto.
Sopra la testa del bambino si legge la scritta: “Basta confondere l’identità sessuale dei bambini. Stop gender”.
La denuncia di Articolo Uno
L’Associazione Articolo Uno, nella persona del segretario della delegazione di Cesena Alex Giovannini, ha denunciato il fatto sia sul sito ufficiale che sui canali social.
“Manifesti che inveiscono contro una presunta ‘ideologia gender’ che i ‘collettivi omosessuali’ vorrebbero ispirare nei giovani, tramite un ‘lavaggio del cervello’. La violenza dell’immagine ed il suo contenuto offensivo sono inaccettabili e illegali, visto che l’art. 23 del codice della strada vieta i messaggi pubblicitari sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi”.
Dello stesso avviso l’assessore Carlo Verona, che aggiunge: “La teoria gender non esiste né è mai esistita; esiste e deve esistere invece la conoscenza e il rispetto degli altri qualunque sia il loro sesso o la loro tendenza”.
Per questo motivo Giovannini annuncia che verrà chiesto al Comune di Cesena di rimuovere i manifesti.
Un precedente con i manifesti anti-aborto
Le battaglie dell’Associazione Pro Vita e Famiglia sono indirizzate verso la canonizzazione della famiglia tradizionale, alla negazione dell’aborto – argomento spesso dibattuto da Simone Pillon – e tante altre questioni che riguardano la donna, l’educazione e il matrimonio.
Nell’aprile 2022, ad esempio, sempre a Cesena erano comparsi manifesti di protesta contro la pillola abortiva RU-486, paragonata a un veleno.
I manifesti mostravano una donna priva di sensi con una mela appena morsicata, un richiamo alla fiaba di Biancaneve.
Per l’occasione l’associazione Possibile aveva fatto appello al sindaco di Cesena per la rimozione dei manifesti ritenuti “mendaci”.
La parità di genere a scuola, l’esempio di Buggiano
Durante l’estate l’iniziativa dell’Istituto Comprensivo Salutati-Cavalcati di Buggiano (Pistoia), dove il dirigente scolastico ha disposto che i bambini dovranno indossare un grembiule giallo a partire dall’anno scolastico 2023-2024, ha fatto infuriare Simone Pillon.
Il dirigente, infatti, ha motivato la scelta con la volontà di abbattere ogni disparità di genere. Pillon, furioso, aveva commentato: “Ma non ci riusciamo a tenere i bambini fuori dalle scemenze ideologiche?”, per poi concludere: “I bambini sono maschi e le bambine sono femmine. Non è difficile da capire”.
Per il momento l’Associazione Pro Vita e Famiglia non ha commentato la protesta contro i manifesti “stop gender” di Cesena.