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Carabiniere uccide il comandante e si barrica in caserma, blitz all'alba: le ipotesi sul movente

Un carabiniere ha ucciso il suo superiore e ha poi tenuto in ostaggio una collega, minacciando di togliersi la vita: la ricostruzione della nottata

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Mirko Ledda

EDITOR E FACT CHECKER

Scrive sul web da 15 anni, muovendo i primi passi come ghost writer e facendo attività di debunking delle notizie false. Si occupa principalmente di pop economy, con particolare attenzione ai temi legati alla tecnologia e al mondo digitale, all'industria alimentare e alla sanità.

Un brigadiere dei Carabinieri ha sparato al proprio comandante di stazione, uccidendolo. Dopo aver compiuto il delitto, il militare si è barricato per ore all’interno della caserma. Fino a un blitz dei colleghi.

Carabiniere uccide un luogotenente e si barrica dentro la stazione

È successo nella notte ad Asso, nella Vallassina, in provincia di Como, quando il brigadiere Antonio Milia ha esploso almeno tre colpi, utilizzando la pistola d’ordinanza, contro il luogotenente Doriano Fuceri.

Non è ancora chiaro il movente, e secondo le prime ricostruzioni non ci sarebbe stato alcun alterco tra i due. I testimoni avrebbero sentito solo gli spari e poi le urla di dolore del comandante.

L’ho ammazzato“, avrebbe urlato il brigadiere prima di barricarsi all’interno della caserma, per una notte di mediazioni, in cui si sarebbe puntato più volte la pistola addosso.

Blitz all’interno della caserma per liberare gli ostaggi del brigadiere

Dopo aver trattato per ore la resa di Antonio Milia, alle 5.40 i carabinieri dei reparti speciali hanno fatto irruzione nella stazione dell’Arma di Asso.

Il brigadiere avrebbe aperto il fuoco anche contro di loro, ferendone uno, lievemente, alla gamba.

Il carabiniere Antonio Milia durante la notte di terrore in caserma.

Gli uomini del Gis hanno poi liberato gli ostaggi, ovvero una collega del brigadiere e le famiglie di altri militari. Nessuno di loro sarebbe stato minacciato o in pericolo di vita.

Antonio Milia stava male? Il passato in psichiatria e le ipotesi sul gesto

Nel mese di gennaio Antonio Milia era stato ricoverato nel reparto di psichiatria dell’ospedale Sant’Anna a Fermo della Battaglia dopo aver annunciato l’intenzione di commettere gravi atti di autolesionismo.

Dopo essere stato sottoposto alle cure e un periodo di convalescenza, era stato ritenuto idoneo a rientrare in servizio senza alcuna limitazione delle mansioni.

Il prossimo anno sarebbe dovuto andare in pensione. Quando si è recato in caserma per uccidere il comandante non era in servizio.

Si indaga ora sul movente che potrebbe aver spinto Antonio Milia a compiere il gesto e sul suo stato di salute. Tra le ipotesi ci sarebbe uno scontro proprio sul rientro al lavoro.

Il luogotenente non avrebbe voluto riammettere in servizio il brigadiere dopo la sospensione per ambienti psichiatrici, e i due avrebbero discusso più volte per questo.

Morto il carabiniere Doriano Furceri: il suo nome era già noto alla stampa

Il luogotenente Doriano Furceri era arrivato ad Asso a febbraio dopo essere stato per 17 anni il comandante della stazione di Bellano, in provincia di Lecco.

Su di lui era stata aperta un’indagine per via delle minacce scritte sui muri della piccola cittadina lombarda, in cui i mariti del invitavano il carabiniere a “mettere giù le mani” dalle loro mogli.

I messaggi intimidatori descrivevano il militare come un dongiovanni, ma lui, sposato e padre di tre figli, aveva sempre negato. Per incompatibilità ambientale aveva poi ricevuto l’ordine di trasferirsi.

Fonte foto: iStock

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