Cagliari, dodicenne non va a scuola a causa dei bulli e viene bocciata: il Tar la promuove
Una studentessa 12enne, troppo assente da scuola per non venir vessata dai bulli, è stata bocciata. I genitori fanno ricorso e il Tar la promuove
Una media da prima della classe, con ottimi voti in tutte le materie. Nonostante questo, le troppe ore di assenza hanno segnato la bocciatura per una studentessa di una seconda media cagliaritana.
La ragazza però non andava a scuola a causa dei bulli. Così i genitori hanno fatto ricorso.
La bocciatura con i voti migliori
Una studentessa modello, forse proprio per questo mal sopportata dalle sue compagne, che la vessavano e umiliavano ad ogni occasione.
Motivo per il quale una studentessa di una seconda media di Cagliari ha praticamente smesso di andare a scuola, totalizzando 342 ore di assenza, a fronte del limite scolastico di 282.
Il collegio docenti ha optato quindi per una bocciatura. Che non è proprio scesa ai genitori della ragazza, che hanno fatto ricorso al Tar.
Le motivazioni del Tar
In breve tempo il Tar della Sardegna, con sentenza firmata dal giudice Marco Buricelli, ha dichiarato illegittima la bocciatura e ha ordinato la riammissione della studentessa in terza media.
Secondo i giudici, la ragazza si è assentata per “una serie di malesseri psicosomatici quali stati d’ansia, dolori allo stomaco, alla testa, difficoltà di respirazione” che sono stati causati dagli atteggiamenti “ostili e bullizzanti” delle compagne di classe.
Oltre all’ammissione della studentessa, il tribunale ha anche ordinato un nuovo consiglio di classe, da tenersi entro quindici giorni, per presentare una nuova valutazione.
Le continue segnalazioni dei genitori
I giudici hanno inoltre sottolineato come l’istituto abbia sempre ignorato le segnalazioni dei genitori della ragazza, che non hanno mai portato “ad alcun intervento della scuola per porre fine a detta situazione”
Inoltre il Tar ha chiarito che, pur essendoci un regolamento scolastico da rispettare, la scuola avrebbe potuto prendere in considerazione l’idea di una deroga ad personam, essendo a conoscenza delle problematiche della ragazza.
I dirigenti scolastici e gli insegnanti hanno preferito invece mantenere una linea dura e poco flessibile. Che il Tar ha ribaltato, nella speranza che da quest’anno la studentessa possa continuare a frequentare senza doversi preoccupare di altro oltre lo studio.