Beirut, i dubbi dell'esperto: nitrato d'ammonio o esplosivi?
Secondo uno dei massimi esperti italiani di esplosivi, a Beirut potrebbe essere esploso un deposito di armamenti
Si continua a discutere sulla causa delle violente esplosioni che hanno devastato Beirut, la capitale del Libano, provocando oltre 130 morti e migliaia di feriti. Tragico incidente provocato dall’incuria o attentato terroristico? Secondo molti esperti internazionali non ci sarebbero elementi che per sospettare un’azione volontaria.
Molti dubbi però rimangono, a partire da cosa abbia provocato l’esplosione. Secondo la ricostruzione ufficiale, la devastazione è stata causata dall’esplosione di 2.700 tonnellate di nitrato d’ammonio, stoccate da anni in un magazzino del porto dopo il sequestro di una nave cargo.
Danilo Coppe, uno dei massimi esperti di esplosivi in Italia, intervistato dal Corriere della Sera, ha detto di non credere al nitrato d’ammonio. Una posizione espressa anche da diversi esperti americani.
L’esperto, che ha curato lo scorso anno l’abbattimento di quel che restava del ponte Morandi di Genova, ha formulato i suoi dubbi dopo aver visto il video dell’esplosione. Ma, premette, senza avere altre informazioni: “Non sono stato lì”.
“Il nitrato di ammonio quando detona – spiega – genera una inequivocabile nuvola gialla“. Invece dai video “si vede chiaramente una colonna arancione mattone tendente al rosso vivo, tipica della partecipazione di litio”. Che spiega, viene usato nel propellente per i missili militari. Penso che lì ci fossero degli armamenti“.
Inoltre “avrebbe dovuto esserci un catalizzatore”, perché altrimenti il nitrato d’ammonio “non sarebbe esploso tutto insieme”. Per questo “sembra più probabile un accantonamento temporaneo di armamenti”.
Considerando la devastazione provocata dall’esplosione a quattro chilometri di distanza, Coppe ha calcolato che potrebbero esserci state “8-10 tonnellate di esplosivo ad alto potenziale”, un quantitativo che avrebbe generato una potenza di venti volte superiore a quella usata per abbattere il viadotto Morandi.