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Alberto Genovese, le testimonianze dei vicini: "Un incubo"

Emergono le testimonianze dei vicini di Genovese che hanno assistito negli anni, indirettamente, ai festini organizzati a "Terrazza sentimento"

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Alberto Genovese, l’imprenditore arrestato a novembre con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una 18enne, continua a far parlare di sé. Dopo le ulteriori svolte della sua vicenda giudiziaria, circa un altro presunto stupro avvenuto a Ibiza, emergono le testimonianze dei vicini che hanno assistito negli anni, indirettamente, ai festini organizzati a “Terrazza sentimento”.

Uno dei vicini, che per tutela della privacy il Corriere della Sera ha rinominato Fabio, ha raccontato: “La prima cosa che facevo quando rientravo in casa era guardare se c’erano le luci accese. Se tutto era illuminato, voleva dire che quella notte non avremmo dormito“, tanto forti erano gli schiamazzi e la musica.

Per chi abitava nei dintorni dell’appartamento di Genovese, quello che succedeva nelle notti milanesi era “un incubo durato più di due anni”.

Decine le chiamate alle forze dell’ordine, intervenute almeno 13 volte a seguito delle lamentele dei vicini. Persino il ballerino Roberto Bolle fu costretto a chiamare la polizia la notte in cui è avvenuto il presunto stupro contro la 18enne, lo scorso 10 ottobre.

Fabio ha raccontato al Corriere: “È iniziato tutto a fine maggio 2017 con la festa di inaugurazione, noi quel weekend non c’eravamo. Se uno fa una festa al mese ci sta. Infatti all’inizio abbiamo lasciato andare pensando che si trattasse di una cosa sporadica. Invece la situazione è peggiorata”.

“Abbiamo chiamato almeno il doppio delle volte in cui gli agenti sono effettivamente intervenuti. La polizia aveva le mani legate perché, come ci dicevano, non potevano entrare in casa“, ha proseguito Fabio. E ha aggiunto: “Il portinaio ci avvisava di prepararci a fare la notte in bianco perché nel pomeriggio erano passate casse di alcolici”.

Fabio ha parlato anche di un episodio in cui la moglie fu colta da un attacco di panico: “Abbiamo dovuto chiamare il 118. Era appena nata la nostra bambina. Dopo il parto ha dovuto prendere dei rilassanti. Purtroppo c’è chi pensa che con i soldi sia possibile qualsiasi cosa: io pago e faccio tutto quello che voglio”.

Fonte foto: ANSA

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