Zone rosse, la drammatica testimonianza del sindaco di Nembro
Il sindaco di Nembro, Claudio Cancelli, ha raccontato la terribile esperienza vissuta durante la fase acuta dell'epidemia
Il sindaco di Nembro, Claudio Cancelli, ha raccontato al Corriere della Sera la drammatica situazione in cui si è ritrovato durante i giorni più difficili dell’emergenza coronavirus. Nembro è insieme ad Alzano Lombardo il comune al centro dell’inchiesta sulla mancata istituzione delle zone rosse, in merito alla quale il premier Giuseppe Conte e i ministri Lamorgese e Speranza sono stati chiamati a deporre in qualità di persone informate sui fatti.
Coronavirus, il sindaco di Nembro: “Come una condanna definitiva”
“Ci è arrivata addosso subito, come una condanna definitiva“, ha raccontato Cancelli. “Alla fine di ogni giornata Roberta, responsabile dell’anagrafe, e Monica dei servizi cimiteriali, mi trasmettevano l’elenco delle persone appena scomparse. Non riuscivo a crederci. Mi chiedevo perché stava succedendo questo, a noi”.
“La vicenda dell’ospedale di Alzano Lombardo, prima chiuso poi riaperto di imperio – ha spiegato il sindaco – e la gestione inizialmente non adeguata che in quel luogo è stata fatta dei primi casi di Covid-19, ha generato il contagio. Prima viene questo, poi il resto”.
Cancelli ha poi affermato di non essere mai stato chiamato da alcun rappresentante delle istituzioni: “In tutta onestà, è una cosa che mi ha lasciato molto perplesso. Sul tema della zona rossa ad esempio nessuno mi ha mai detto o chiesto nulla. Non lo ha fatto la Regione, e neppure la Prefettura, dalle quali mi sarei aspettato un ruolo di coordinamento rispetto a questa piaga biblica”.
Cancelli: “Ci siamo arrangiati da soli”
Il sindaco di Nembro ha quindi precisato che l’emergenza è stata gestita in autonomia: “Ci siamo arrangiati da soli. L’assistenza delle persone a casa, la consegna dei farmaci. Con alcuni volontari abbiamo creato un centralino per rispondere a tutti, per non far sentire la nostra gente sola e abbandonata”.
Cancelli: “Le istituzioni hanno sottovalutato il caso”
Per Cancelli, in un’altra intervista del Messaggero, “le istituzioni hanno sottovalutato il caso”. Il sindaco ha poi confidato qual è stato il momento più difficile: “Era il 15 marzo. Registravo il messaggio di incoraggiamento che ogni sera trasmettevo al telefono a 2.200 concittadini. Ebbene, quel giorno l’ho scritto ma non sono riuscito a registrarlo, tanta era la disperazione. Scorrevo i dati dell’anagrafe, a Nembro morivano dieci abitanti ogni ventiquattr’ore”.