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Zelensky a Sanremo, chi non vuole il presidente ucraino: cresce il fronte del "no", da Salvini a Conte

Il videomessaggio di Zelensky è previsto durante la finalissima della 73esima edizione del Festival: contrari diversi leader politici e un gruppo di intellettuali

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Si allarga sempre di più il fronte del “no” contro l’intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Festival di Sanremo. Il capo di Stato dovrebbe intervenire con un videomessaggio in programma per la serata finale, ma per diversi leader politici e intellettuali il suo contributo sarebbe fuori luogo. In attesa della manifestazione davanti al teatro Ariston indetta proprio contro la partecipazione di Zelensky, un gruppo di personalità del panorama culturale italiano ha scritto una petizione, mentre Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Carlo Calenda si dicono contrari all’ospitata del presidente ucraino.

Da Salvini a Conte: il “no” dei politici

“Speriamo che Sanremo rimanga il festival della canzone italiana e non altro”, ha dichiarato in proposito il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini.

”Avranno fatto le loro valutazioni, quello che spero è che la guerra finisca il prima possibile e che il palcoscenico della città dei fiori rimanga riservato alla musica” ha aggiunto il leader della Lega.

“Non giudicoÈ l’ultima settimana di campagna elettorale e se avrò tempo di guardare Rai Uno sarà per ascoltare canzoni, non per ascoltare altro” ha detto ancora Salvini su Zelensky chiudendo con una battuta: “Non so come canta, ho altre preferenze”.

Zelensky a Sanremo, chi non vuole il presidente ucraino: cresce il fronte del "no", da Salvini a ConteFonte foto: ANSA
Il vicepremier Matteo Salvini a Bruxelles risponde alle domande sull’intervento di Zelensky a Sanremo

A considerare inopportuno l’intervento di Zelensky è anche il leader di Azione, Carlo Calenda: “Ci sono pochi dubbi sulla nostra linea di sostegno all’Ucraina. Ritengo tuttavia un errore combinare un evento musicale con il messaggio del Presidente di un paese in guerra”, ha twittato.

Si è detto scettico anche Giuseppe Conte: “Sono stato molto contento quando il presidente Fico ha assunto l’iniziativa di invitare il presidente Zelensky di confrontarsi con il Parlamento italiano per esprimere le sue ragioni e del suo popolo agli italiani. Invece, non credo francamente che sia così necessario che il presidente Zelenski sia in un contesto leggero come quello di Sanremo”, ha detto il presidente del M5s.

Il commento di Bruno Vespa

L’annuncio sulla messa in onda di un videomessaggio del presidente ucraino in occasione di Sanremo era stato dato nei giorni scorsi dal conduttore di “Porta a Porta” Bruno Vespa, che qualche minuto prima del Festival trasmetterà un’intervista proprio a Zelensky, e che ora si dice stupito delle manifestazioni di dissenso contro la sua apparizione all’Ariston.

Non capisco francamente tutto questo rumore per un breve intervento di Zelensky al Festival di Sanremo“, ha detto all’Ansa il giornalista. “Al Festival hanno partecipato alte personalità della politica internazionale e sono stati trattati tutti i temi sociali, anche scabrosi e controversi – ha sottolineato – Zelensky è stato ospite ai festival di Cannes e Venezia, oltre che ai Golden Globes, e mi dispiace questo malanimo nei confronti di un uomo che si sta battendo con straordinario coraggio per salvare la libertà del proprio popolo da una pesantissima aggressione”.

La petizione degli intellettuali

Contro l’intervento di Zelensky al Festival, nelle ultime ore un gruppo di intellettuali formato da Franco Cardini a Carlo Freccero, da Joseph Halevi a Moni Ovadia, hanno firmato un manifesto di protesta.

Abbiamo appreso con incredulità che interverrà Zelensky, capo di Stato di uno dei due paesi che oggi combattono la sanguinosa guerra del Donbass. Una guerra terribile”, scrivono nella lettera. “Una guerra” si legge ”fomentata da irresponsabili invii di armi e da interessi economici e geostrategici inconfessabili”, ”che ha ragioni complesse, tra cui il fatto che la Nato sia andata ad “abbaiare ai confini della Russia” (utilizzando le parole di Papa Francesco)” e che a loro avviso ”come italiani abbiamo il dovere costituzionale di “ripudiare””.

I firmatari contestano la partecipazione della guerra da parte dell’Italia e della sua rinuncia “a svolgere l’importante ruolo di mediazione geopolitica”.

Riteniamo dunque tragicamente ridicolo e profondamente irrispettoso di un’ampia fetta dell’opinione pubblica che non si riconosce nelle politiche militari dei governi Draghi e Meloni il fatto che Zelenskji sia invitato a Sanremo – si legge ancora – Il dramma oggi in corso nel suo Paese non è altro, infatti, che l’epilogo di un conflitto ben più lungo, quale quello del Donbass, che i maggiori Stati della NATO (quegli stessi cui oggi l’Italia è accodata!) hanno contribuito ampiamente a fomentare, limitandosi ad appoggiare militarmente l’Ucraina, nel corso degli anni”.

“Come intellettuali abbiamo il dovere di comprendere ciò che avviene dietro le quinte e ci mettiamo perciò a disposizione per parlare al popolo italiano, che a tal fine invitiamo alla mobilitazione sabato 11 febbraio a Sanremo, per partecipare ad una grande assemblea popolare di piazza. L’Italia deve uscire subito dalla guerra interrompendo ogni aiuto diretto o indiretto a una delle parti in conflitto” sostiene il gruppo di personalità.

Zelensky a Sanremo, chi non vuole il presidente ucraino: cresce il fronte del "no", da Salvini a Conte Fonte foto: ANSA
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