Zangrillo, il parere sui focolai: "Non hanno alcun significato"
Secondo il medico i cluster attualmente presenti in Italia "non equivalgono al focolaio di malattia"
Il primario di Anestesia e rianimazione generale del San Raffaele di Milano, Alberto Zangrillo, ha detto la sua sui focolai che preoccupano l’Italia negli ultimi giorni: “Non hanno alcun significato per me”. Il medico ha spiegato così la sua posizione: “In Italia abbiamo una serie di focolai che vanno controllati e identificati ma non equivalgono al focolaio di malattia. Ho parlato con Napoli, dove c’è stata finale coppa Italia e la paura di assembramento e non c’è un malato al Cotugno o al Monaldi”.
Quanto agli indicatori della pandemia, il primario ha dichiarato che “sono assolutamente favorevoli, il virus potrebbe esaurire il ciclo produttivo. Gli italiani sono martoriati e disorientati, dobbiamo ripartire. L’Italia malata di inedia, ripartita solo per un terzo”.
Ospite di Lucia Annunziata a “Mezz’ora in più”, puntata in cui è intervenuto anche Andrea Crisanti, Zangrillo ha spiegato inoltre che “il virus non è mutato ma ha perso carica“.
“Non è per essere faciloni o dire che non c’è il virus”, ha poi chiarito Zangrillo. “Il virus c’è e non è mutato ma nella sua interazione con l’ospite è andato incontro, attraverso il fenomeno dell’omoplasia, a una perdita della carica rilevata in laboratorio, quindi è un’evidenza a cui corrisponde una mancanza di malattia”.
“Non posso dire che non torni tra qualche mese ma tutti gli indicatori sono positivi”, ha precisato l’esperto concludendo così il suo intervento: “Il mio dovere è dire una parola di saggezza e verità agli italiani, che come abbiamo visto sono stati martoriati da una serie di ragioni differenti e sono assolutamente disorientati e spaventati. Solo un terzo dell’Italia è veramente ripartita, ora dobbiamo ripartire con attenzione, seguendo le regole, altrimenti moriamo e non di Covid“.