Vernice rossa lanciata contro l'ambasciata russa a Roma: il gesto del cittadino ucraino contro la guerra
Il gesto dell'uomo è apparso subito pacifico ai militari presenti in zona: il colore scelto come simbolo delle stragi russe in Ucraina
Nuovi momenti di tensione tra Roma e Mosca, dopo l’attacco dell’ambasciatore russo dello scorso 25 marzo e le minacce rivolte al ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini. Questa volta però non è stato uno screzio diplomatico ad alimentare la crisi.
Lancio di pittura rossa contro la sede diplomatica del Cremlino
Nella prima mattinata di oggi (lunedì 11 aprile) della vernice rossa – scelta per simboleggiare il sangue versato nel conflitto in Ucraina – è stata lanciata contro l’ambasciata della Russia presente nella Capitale.
La protesta – che ha comunque mantenuti toni pacifici – è stata attuata alle prime luci dell’alba (poco prima delle ore 6:30) davanti alla sede diplomatica che si trova a Castro Pretorio, per precisione in via Gaeta. A lanciare un secchio di vernice contro il portone d’ingresso è stato un cittadino ucraino, poi fermatosi davanti l’ambasciata senza tentare la fuga.
L’intervento dei soldati, ma il gesto è pacifico
Dopo aver lanciato il contenitore di pittura rossa contro l’ambasciata – con la sostanza che ha imbrattato buona parte dell’ingresso principale del palazzo diplomatico e le inferiate del cancello antistante – a fermare il dimostrante sono stati i soldati dell’esercito italiano dei granatieri di Sardegna, che operano in presidio fisso nell’ambito dell’operazione denominata Strade Sicure.
I militari hanno poi allertato la stazione di polizia operante nella zona, che ha subito provveduto ad inviare una pattuglia per verificare l’accaduto. I soldati avevano comunque specificato durante la telefonata che l’individuo non era agitato nè violento e che quindi non esistevano i presupposti per un intervento urgente.
Il gesto dell’uomo e il riferimento alla guerra
L’uomo, originario del Paese di Volodymyr Zelenski, risulta essere un incensurato residente a Roma da diversi anni. Agli agenti giunti sul posto ha spiegato le motivazioni del suo innocuo quanto palese gesto di protesta, indicando di aver scelto il rosso della vernice come simbolo delle numerosi stragi compiute dalle truppe del Cremlino da quando è scoppiata la guerra contro Kiev.
Una volta chiarite le circostanze dell’episodio e le intenzioni del protestante, la polizia lo ha accompagnato negli uffici del commissariato Salario, richiesta a cui l’uomo non si è sottratto, salendo sulla volante senza bisogno che gli agenti utilizzassero la forza. La sua posizione è ora al vaglio dell’autorità giudiziaria competente.