Varianti Covid, da Alpha a Delta: il nuovo annuncio dell'Oms
Nuovo nome per le varianti del coronavirus: non si chiameranno più inglese, brasiliana o indiana. I motivi della scelta
Le varianti del coronavirus cambiano nome. Fino a questo momento, le mutazioni erano conosciute con i nomi dei luoghi dove sono state riscontrate per prime, mentre adesso verrà assegnata una lettera dell’alfabeto greco. Ad annunciarlo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), che ha compiuto questa scelta sia sulle varianti classificate come “preoccupanti” che quelle d’interesse.
La variante conosciuta fino a oggi come quella inglese, si chiamerà Alpha; quella sudafricana sarà Beta e la brasiliana Gamma. Il nome in codice della variante indiana sarà invece Delta. Ne dà notizia l’Adnkronos.
Il motivo del cambio di passo dell’Oms è avere etichette “semplici, facili da citare e ricordare per le varianti chiave del virus che causa Covid-19. Queste etichette sono state scelte dopo un’ampia consultazione e una revisione di molti potenziali sistemi di denominazione”.
Per arrivare a questa decisione, l’Oms ha consultato un gruppo di partner di tuto il mondo, soprattutto luminari che si occupano di sistemi di denominazione esistenti, esperti di nomenclatura e tassonomia dei virus, ricercatori e autorità nazionali.
“Queste etichette non sostituiscono i nomi scientifici esistenti (ad esempio quelli assegnati dalle organizzazioni Gisaid, Nextstrain e Pango), che trasmettono importanti informazioni scientifiche e continueranno ad essere utilizzati nella ricerca”, ha fatto sapere l’Oms.
Tuttavia questi nomi scientifici, ha aggiunto l’Oms, “possono essere difficili da pronunciare e ricordare e sono soggette a inesattezze nel modo in cui vengono riportate”.
Un altro obiettivo delle lettere dell’alfabeto greco con cui vengono rinominate le varianti è il tentativo di slegarle dalla localizzazione geografica. Proprio per la difficoltà di usare codici numerici, infatti, spesso “le persone ricorrono alla scelta di chiamare le varianti in base ai luoghi in cui vengono rilevate, il che è stigmatizzante e discriminatorio. Per evitarlo e per semplificare le comunicazioni pubbliche, l’Oms incoraggia le autorità nazionali, i media e tutti ad adottare queste nuove etichette”.