Variante Delta e nuovo ceppo indiano: parla Paola Stefanelli (Iss)
Paola Stefanelli, microbiologa e ricercatrice Iss, spiega i pericoli legati al Covid durante la fase pandemica segnata dalla variante Delta
Paola Stefanelli, microbiologa e ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità (coordina la sorveglianza nazionale genomica sulle varianti di SARS-CoV-2), predica calma e molta attenzione per quel che riguarda l’evoluzione della pandemia di Covid. “Proprio questi comportamenti vanno evitati: quando ci sono assembramenti, anche all’aperto, la mascherina va sempre indossata. È una fase delicata quella che stiamo vivendo, e non si può scherzare con il virus e con le varianti che ci sono in circolazione”, spiega l’esperta, in una intervista rilasciata al corriere della Sera.
Stefanelli parla con cognizione di causa e con dati alla mano. Si è appena riunito un gruppo di 16 esperti della Commissione europea per le varianti di Sars-CoV-2, di cui lei fa parte in rappresentanza dell’Italia. Non era mai capitato prima che la Commissione formasse un team sul tema varianti.
L’istituzione di tale gruppo di lavoro deve far preoccupare? Cosa sta accadendo con la variante Delta? “Quella indicata come Delta ha avuto una diffusione straordinariamente veloce, nel giro di un mese è diventata dominante nel Regno Unito. In Italia sta accadendo lo stesso. È necessario prenderne coscienza. Soprattutto i giovani, che al momento sono i più colpiti, devono mantenere comportamenti prudenti”.
E la soluzione? Concretamente cosa possono fare i ragazzi in questo momento? Stefanelli afferma che devono “vaccinarsi innanzitutto”, guardando anche a settembre, quando riprenderà la scuola:”È opportuno quindi che continuino a indossare in modo corretto le mascherine, specie nelle situazioni di assembramento”.
E ancora: “È importante che oltre alla bocca, coprano il naso. Si è visto che la variante Delta ha una carica elevata nel naso e nella gola dei positivi. Ha affinato la capacità di contagiare attraverso i recettori situati in questi organi. È anche per questa ragione che è molto più contagiosa della Alfa”.
In India è stato sequenziato un nuovo ceppo. “Sappiamo – spiega la microbiologa – che ha un’incubazione più breve, attorno ai 4 giorni rispetto ai ceppi mutanti che l’hanno preceduta. Un ciclo completo di vaccinazione riesce tuttavia a prevenire la malattia con una efficacia di intorno al 90% alla fine del ciclo. Non è lo stesso per chi ha fatto una sola dose o nessuna. Immunizzarsi per prevenire la malattia è molto importante, a qualsiasi età. Anche i giovani non vanno considerati al sicuro”.
Stefanelli fa poi chiarezza sull’eventualità che chi si è infettato con la variante Alfa può contrarre la Delta. “Ci sono alcuni segnali che ciò possa accadere anche se non accade frequentemente. Chi lo ha avuto ed è guarito non deve trascurare di vaccinarsi con una dose entro i tempi indicati”, conclude la ricercatrice.