Vaiolo delle scimmie, Pregliasco: "Trasmissione favorita da un certo atto sessuale ma no alle discriminazioni"
Vaiolo scimmie, Pregliasco fa alcune importanti precisazioni su come avviene la trasmissione
Il focolaio di vaiolo delle scimmie sta portando con sé un effetto collaterale riguardante un aspetto sociale. C’è chi infatti ha lanciato l’allarme circa il pericolo che possa tornare la ghettizzazione in base all’orientamento sessuale degli individui. Della questione ne hanno parlato con l’AdnKronos il virologo Fabrizio Pregliasco e Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge.
- Pregliasco: "Il rischio riguarda il contatto sessuale in genere"
- Pregliasco: "L'atto sessuale tra maschi ha maggiori possibilità di contatto con il sangue"
- Iardino: "Pericolo ghettizzazione"
Pregliasco: “Il rischio riguarda il contatto sessuale in genere”
“Evidenziare le caratteristiche oggettive della casistica attuale” del focolaio di vaiolo delle scimmie “non autorizza, né giustifica, atteggiamenti di stigma o toni discriminatori nei confronti di nessuno”, ha sottolineato Pregliasco.
Quando si evidenzia una casistica di “tutti uomini tranne una donna, ad oggi significa riportare appunto un dato oggettivo e da parte delle autorità sanitarie. Non è che si può fare altrimenti”, ha aggiunto il virologo che ha poi rimarcato che “il rischio riguarda il contatto sessuale in genere”, in quanto contatto molto stretto per definizione.
“Il fatto poi che in una quota di maschi che fanno sesso con maschi ci possa essere una maggiore promiscuità aumenta questo rischio”, ha dichiarato il professore che è poi passato a spiegare più dettagliatamente la situazione relativa alla trasmissione.
Pregliasco: “L’atto sessuale tra maschi ha maggiori possibilità di contatto con il sangue”
Pregliasco ha quindi spiegato che “la trasmissione avviene in modo dimostrato anche attraverso droplets“. Certo è, però, che “l’atto sessuale per via anale facilita la possibilità di trasmissione di queste infezioni perché ci sono maggiori probabilità di contatto con il sangue e di lacerazioni”.
Nel vaiolo delle scimmie si sa che le bolle iniziano dal viso e coinvolgono poi il palmo delle mani, colpendo anche i genitali. “E ovviamente in qualsiasi contatto sessuale queste vescicole possono rompersi più facilmente”, ha concluso il virologo.
Iardino: “Pericolo ghettizzazione”
L’Adnkronos Salute ha parlato anche con Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge, che cominciò, da sieropositiva all’Aids, la sua lotto contro le discriminazioni.
I casi di vaiolo delle scimmie, ha dichiarato Iardino, “rischiano di tornare a ghettizzare le persone per il loro orientamento sessuale. E non ha senso. Si parte dall’assunto che la sessualità omosessuale sia differente rispetto alla sessualità del resto della popolazione. Ma alcune pratiche, in cui si identifica una fragilità, possono essere adottate in tutte le coppie, etero e non etero”.
“Il grande pericolo – ha aggiunto – è che si torni a ghettizzare una fascia di popolazione che non ha nulla anche vedere con la trasmissione della malattia”.
Rosaria Iardino
Secondo Iardino “come è avvenuto per altre patologie a trasmissione sessuale, non solo l’Aids, se andiamo a vedere bene i dati, troviamo una maggior frequenza nella comunità omosessuale perché è quella che si reca di più in ospedale, e i cui casi vengono quindi segnalati. Ma ce ne sono tantissimi di malattie sessualmente trasmesse nella popolazione eterosessuale che vengono gestiti dal medico di famiglia senza che ci siano segnalazioni”.
IArdino ha quindi sottolineato che “l’orientamento sessuale non determina malattia, bisogna essere chiari”. “Anche in questo caso il preservativo è un importante strumento di protezione. Serve fare prevenzione in tutti quei luoghi dove c’è promiscuità”, ha concluso.