Vaccino italiano, il primo volontario: "Si sente una scossa"
La testimonianza del primo volontario: è stato il primo a testare un particolare vaccino anti Covid italiano che si inietta con una scossa
Iniziati i test sull’uomo per il vaccino anti Covid sviluppato in Italia dall’azienda Takis e la monzese Rottapharm Biotech. L’e-vax si differenzia notevolente dagli altri sieri perché viene somministrato con uno strumento che assomiglia a una pistola. Quello che si inocula, infatti, è un frammento di Dna che provoca una debolissima scossa elettrica, che dà la sensazione di una contrazione di un muscolo. Il processo si chiama elettroporazione.
Vaccino italiano, la testimonianza del primo volontario
A raccontare la sensazione che si prova è il primo volontario, Luca Rivolta, di 20 anni: “Alla fine si sente sul braccio una leggera pressione e poi come una botta, con un dolore che passa in pochi secondi. Non ero spaventato per questo, perché avevo già sperimentato la tecnica a dicembre”. Il 20enne lo ha dichiarato al Corriere della Sera.
“Credo nella ricerca – ha aggiunto – e ho voluto vaccinarmi anche per proteggere mio nonno Natale, che ha 84 anni e vive con noi. Dal primo lockdown la nostra paura più grande è stata quella di portare il virus in casa”.
Il volontario sarà monitorato per i prossimi due giorni dal Centro di Ricerca di Fase 1 per controllare l’insorgenza di eventuali effetti collaterali e riceverà la seconda dose il prossimo 29 marzo. Poi sarà sottoposto al test sierologico per verificare la presenza di anticorpi.
Il vaccino che dà la scossa: cos’è l’elettroporatore
“L’elettroporatore – ha chiarito Lucio Rovati, direttore scientifico di Rottapharm Biotech – è una pistola con un ago che riesce a emettere una piccolissima scossa elettrica insieme al siero. In questo modo la molecola di dna riesce a penetrare nelle cellule stimolando la risposta immunitaria”.
La Fase 1 della sperimentazione continuerà nei prossimi giorni con altri 5 pazienti sentinella, poi saranno vaccinati tutti gli altri 14 volontari della prima coorte e la fase clinica partirà anche allo Spallanzani di Roma e al Pascale di Napoli.
“Testeremo 4 diverse dosi di vaccino – ha dichiarato Marina Cazzaniga, direttrice del Centro di ricerca clinica di fase 1 a Monza – fino ad una sola dose di 4 mg che sarà somministrata in una sola volta. L’obiettivo è chiudere la Fase 1 per il 20 maggio poi entro l’autunno terminare anche la Fase 2″.