Vaccini Covid, perché alcuni vaccinati risultano positivi
In merito alle notizie di persone positive dopo aver ricevuto il vaccino, occorre offrire delle rassicurazioni
La campagna vaccinale è ufficialmente iniziata in Europa il 27 dicembre, e dopo due mesi le dosi somministrate in Italia sono 4.302.717. Ma nel corso delle settimane trascorse si sono verificati diversi episodi, documentati dai media, di persone vaccinate che sono comunque risultate positive al Covid-19. Com’è possibile? Significa forse che i vaccini non sono efficaci?
Covid, perché alcuni vaccinati risultano positivi: la spiegazione di Garattini
Chiaramente, come hanno dimostrato i numerosi trial effettuati per ogni vaccino approvato in Europa, i vaccini anti-Covid sono efficaci. Ma non totalmente. A fare chiarezza su questo aspetto, è il farmacologo Silvio Garattini, presidente dell’Irccs Istituto Mario Negri, all’Adnrkonos.
Per l’esperto, più che essere un problema legato alla diffusione della variante inglese (contro la quale i vaccini attualmente somministrati dovrebbero essere efficaci), è piuttosto una “questione statistica“.
“Come ogni farmaco – ha spiegato Garattini – il vaccino non ha percentuali di efficacia del 100%. Anche con un prodotto che arriva al 95%, va considerato quel 5% che non ottiene l’effetto protettivo. Purtroppo dovremo aspettarci che qualcuno abbia problemi, nonostante l’iniezione scudo anti-Covid”.
Quanto sono efficaci i vaccini di Pfizer, Moderna e AstraZeneca
Si tratta quindi di casi in linea con quanto previsto dai dati di efficacia dei vaccini: per quello di Pfizer, l’efficacia è del 94,6% a partire da 7 giorni dopo la somministrazione della seconda dose; per quello di Moderna, è 93.6% a partire da 14 giorni dopo la somministrazione della seconda dose; per quello di AstraZeneca, è 59,5% a partire da 15 giorni dopo la somministrazione della seconda dose (ma per coloro che ricevono la seconda dose dopo 12 settimane dalla prima, l’efficacia dopo 14 giorni dalla seconda dose sale all’82,4%).
A Caserta è morto un paramedico positivo alla variante inglese
È del 27 febbraio la notizia di un paramedico morto dopo aver contratto la variante inglese di Covid, nonostante fosse vaccinato. Come precisa l’Ansa, il 53enne aveva scoperto di aver contratto il Covid poco dopo il richiamo, ma per l’Asl di Caserta non è in dubbio l’efficacia del vaccino sulla variante; piuttosto, è possibile che l’uomo avesse contratto il virus prima di ricevere il richiamo, quando cioè non aveva pienamente sviluppato l’immunità.
Sul caso del paramedico, Garattini non si è sbilanciato e ha spiegato all’Adnkronos che “ci sono tante variabili che potrebbero essere entrate in gioco”. Ma in generale, unitamente al fatto che per tutti i vaccini è richiesto un certo “lasso di tempo necessario per sviluppare gli anticorpi”, “resta anche una piccola quota scoperta. Difatti negli studi sperimentali e in studi fatti in Israele non è che tutti risultano protetti”.
Garattini ha ricordato che “per il vaccino Pfizer”, quello utilizzato nella prima fase della campagna vaccinale e che viene somministrato ai soggetti più a rischio (personale sanitario e anziani), “si parla per esempio di riduzione dell’87% nelle ospedalizzazioni dopo due dosi e del 92% nei casi severi”.
Per questo motivo, ha osservato Garattini, è fondamentale tenere alta la guardia e continuare ad adottare comportamenti corretti. Il farmacologo 92 ha raccontato: “Io ho fatto le due dosi. Quando esco di casa indosso la mascherina, sto attento ai contatti, non vado in luoghi affollati, lavo frequentemente le mani, e all’arrivo in Istituto misuro la temperatura. Insomma, faccio tutto quel che bisogna fare”.