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Vaccino Covid in centri vacanza e a scuola: annuncio di Figliuolo

Il generale Francesco Paolo Figliuolo ha dichiarato che i vaccini Covid per i più giovani potrebbero essere fatti a scuola e nei centri estivi

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid in Italia, ha annunciato un cambio di rotta nel piano vaccinale, con nuovi hub e diverse modalità per le fasce di età in lista. “Abbiamo raggiunto le 500 mila dosi” ma l’obiettivo è quello di “crescere ancora”, arrivando a giugno a sfiorare il milione al giorno. “Quando ho assunto l’incarico, il primo marzo, eravamo sotto i 140 mila vaccini al giorno. Per ottenere la progressione ci volevano due cose: le dosi e il controllo, cioè il contatto con Regioni e Province. Inoltre siamo passati da 1.400 a 2.430 centri di vaccinazione. Per l’approvvigionamento abbiamo agito in tandem con il presidente del Consiglio, facendo pressione su Big Pharma e portando avanti interlocuzioni con l’Europa”, ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Repubblica.

“Non posso dire che domani riusciremo a fare un milione di vaccini, ma intanto sono sicuro che la macchina possa salire molto più su dei 500 mila. Non dobbiamo fare scorte, ma veleggiare tra l’88 e il 92% di dosi utilizzate rispetto alle consegne. In Italia c’è tutto, grazie a Roberto Speranza abbiamo accordi con i medici di famiglia. Hanno aderito in 30 mila, con 10 fiale al giorno siamo a 300 mila. Poi ci sono 10 mila farmacie. E 60 mila dosi le possono fare i dentisti”, ha spiegato.

“Oggi siamo sopra il 95% delle vaccinazioni nelle Rsa. La mortalità è calata a picco. I più anziani e deboli sono il mio chiodo fisso. I risultati sugli over 80 ci sono stati”. Riaprire o tenere chiusi ospizi e strutture “dipende da diversi fattori. Io però posso dire che per quanto mi riguarda le abbiamo messe in sicurezza”.

Riguardo la possibilità di vaccinare i dipendenti sul posto di lavoro, “abbiamo censito 730 punti vaccinali aziendali. Il sistema è aperto e potrebbe crescere a dismisura. Speriamo di aprire alle aziende il prima possibile, appena messi in sicurezza gli over 65. A parità di buona salute, nessuno si scandalizza se una persona di 38 anni che lavora alle presse o nel turismo arriva prima di una di 54 perché la sua azienda è stata più veloce. Lo proporrò al presidente del Consiglio. Speriamo di arrivare a fine maggio all’obiettivo”.

“A brevissimo apriremo le prenotazioni fino a 55 anni per chi ha comorbidità legate ai codici di esenzione: malattie neurologiche, del cuore, ipertensione, trapiantati. Nel frattempo mettiamo in sicurezza gli over 65. Poi, con l’arrivo massiccio delle dosi, vogliamo dare i vaccini ai centri aziendali e aumentare la capacità di somministrazione”, ha sottolineato.

“Coperti gli over 65, la mia idea, ancora non condivisa con chi prenderà la decisione finale, è di dire a tutti quelli che hanno più di 30 anni: ‘andate e vaccinatevi’. Poi ovviamente continueremo a immunizzare anche l’ultimo dei fragili. Ma quando gli scienziati ci diranno che l’incidenza della malattia non è rilevante per le diverse fasce d’età, vorrei che si dicesse che chi ha più di 30 anni si presenta e si vaccina. Poi decideremo le modalità con le Regioni, anche per evitare le resse che abbiamo visto”, ha dichiarato il generale a Repubblica.

È in fase di progettazione una nuova idea. “Pensiamo di utilizzare strutture presso centri montani o estivi“, che potrebbero attrarre gli utenti più giovani in vista delle vacanze. “Tutti siamo stati giovani, e sappiamo che i giovani a volte si sentono onnipotenti e pensano ‘tanto non lo prendo’. Ma così possono colpire congiunti più anziani. Saremo proattivi, vedremo come strutturare questo piano, ma lo faremo”, ha annunciato.

Con la possibilità di vaccinare con il siero di Pfizer e BioNTech anche i più piccoli, al momento in fase di valutazione da parte delle agenzie del farmaco, si potrebbe iniziare a somministrare i vaccini anche negli istituti scolastici. “Io sono stato ragazzo negli anni Settanta, quando ci vaccinavano pure nelle scuole. Stiamo iniziando a pensare anche a idee di questo tipo”, ha riferito a Repubblica il commissario Figliuolo.

Covid, Figliuolo sulle difficoltà del piano vaccinale

Il generale ha dichiarato che “alcuni territori sono più semplici di altri. Penso ai problemi della Calabria, con la sanità commissariata e due miliardi di debiti. Abbiamo tolto qualche sassolino dall’ingranaggio. Creato hub che non avevano, e non per incapacità ma per incapienza finanziaria. Anche il Molise e l’Abruzzo hanno chiesto ausilio. E lo stesso la Lombardia, per il sistema informatico. Pensate che ieri hanno fatto 115 mila dosi sul totale di 500 mila. Un record, va detto”.

“Non si può regolare un’attività senza alcuna riserva, perché non saremmo in grado di fronteggiare l’imprevisto. Ho così ottenuto dalla Conferenza delle Regioni di tenere una riserva dell’1,5% di dosi. Le Regioni possono avere dei problemi, e con quelle fiale in magazzino possiamo evitare di mandare indietro fragili, anziani e malati senza dosi”, ha spiegato.

Covid, Figliuolo sui no vax e AstraZeneca

AstraZeneca “ha avuto un percorso evolutivo, per essere buoni, che però ha portato a un’ondata di percezione negativa. Le seconde dosi le abbiamo e vanno comunque fatte con lo stesso vaccino. Dobbiamo convincere le persone che è meglio vaccinarsi prima che rischiare la malattia perché si aspetta di fare Pfizer o Moderna, ritenuti migliori”.

Per intercettare chi non vuole vaccinarsi con AstraZeneca “bisogna lavorare sulla comunicazione, far capire che un evento collaterale avverso ha dei valori infinitesimali, molto più bassi di quelli della pillola anticoncezionale. Poi ci sono i no vax, che nel Nord Est del Paese raggiungono anche il 18%. Nelle altre Regioni siamo intorno al 10% o 12%. Il fenomeno è statisticamente rilevante se si sale sopra al 5%, dunque c’è. Quella differenza si può assorbire, ma temo la stagione più calda. Pensare che il rischio sia scampato potrebbe farci passare dal me vax al no vax. Bisogna fare attenzione all’effetto tana libera tutti”.

Tra gli operatori sanitari la percentuale di no vax “è un numero molto residuale. La norma è chiara e prevede fino alla risoluzione del rapporto di lavoro. Va fatta informazione e formazione. È inammissibile far rischiare i pazienti. Poi, fatto tutto, ci sono i direttori delle Asl, ognuno si prenda le sue responsabilità. Governare tutti con la pacca sulla spalla è bellissimo, ma bisogna raggiungere i risultati. La legge c’è, bisogna fare quello che si deve”.

Covid, Figliuolo sul futuro post pandemia

“È probabile che si dovranno fare dei cicli di vaccinazione” in futuro. “Le Big Pharma si stanno attrezzando per la cosiddetta terza dose, anche per le varianti”. La struttura straordinaria attuale “ha un compito, fare la vaccinazione degli italiani il prima possibile. Non deciderò io, ma per come la vedo lo straordinario dovrà diventare normale. Di tutto questo non ho mai parlato con il Governo, ma penso che dovremo strutturarci per pandemie che saranno poi endemiche. Riguardo al mio futuro, ho fissato l’obiettivo di vaccinare gli italiani. Puntiamo a farlo entro settembre. Poi il presidente del Consiglio deciderà. Io rimango a disposizione dell’Italia, con tutta la mia struttura”.

Il generale Figliuolo ha spiegato a Repubblica perché la Germania rimane chiusa nonostante un milone di vaccini al giorno mentre noi con la metà riapriamo. “La primavera da noi è più calda e arriva prima, rispetto alla latitudine di Angela Merkel. Sulla base di queste evidenze il Governo ha deciso di dare un po’ di respiro. Se facessimo gli scienziati puri, apriremmo nel 2026. Se uno fa solo il mestiere del politico e guarda la pancia di alcune categorie, dice: ‘Apriamo tutto e non se ne parli più’. Il Governo ha preso una decisione bilanciata. Poi tutte le scelte sono e saranno sottoposte a rolling review. Siamo andati avanti con scienza, buonsenso, esperienza, un po’ a tentativi. Anche queste riaperture sono una prova”.

Riguardo l’utilità del coprifuoco, “il Comitato tecnico scientifico risponde di norma a queste domande e poi il Governo si assume la responsabilità. È chiaro che più vacciniamo, più entriamo nella bella stagione, più i cittadini seguono le regole, meglio va. Scende l’indice Rt. Se così sarà, ritengo che l’esecutivo andrà verso misure meno restrittive”.

Covid, Figliuolo sulle critiche per la divisa

Durante i miei incontri “ho visto una bella Italia. Persone che si donano per fare il meglio, l’associazionismo, chi lavora presso i centri vaccinali senza sosta e senza orario. Ho anche commesso errori. Sono un po’ ‘incazzoso’, quando mi fanno tre volte la stessa domanda senza senso reagisco male“.

Riguardo le tante critiche a Draghi per la sua nomina, “ho ascoltato i giudizi dati da autorevoli commentatori e pensato che io non mi sentirei mai di criticare una persona per il vestito, lo sport che fa, il sesso, la razza, le sue attitudini. C’è stato un chiaro cambio dovuto alla mentalità e alla cultura pragmatica del primo ministro. Io non l’avevo mai conosciuto, ha visto il mio curriculum, ha sentito qualcuno e mi ha chiamato. Venendo dal profondo Sud, come alpino dovevo dimostrare di essere più bravo. Sono abituato ad andare in giro in salita con il freno a mano tirato, e lo zaino pesante. Hanno cercato un ciuccio di fatica”.

“Ci sono state polemiche sull’uniforme. Io rimango un alto comandante dell’Esercito, poi posso andare anche in scarpe da tennis e pantaloncini, ma l’uomo è quello. Per convenzione uno si veste in un certo modo. Ma quando qualcuno mi chiede di fare una riunione, cosa devo portare? Il cervello“.

“Davanti a eventi poco comprensibili, l’unica salvezza risiede nella fiducia nella scienza“, ha concluso il generale Francesco Paolo Figliuolo.

Burioni vaccinatore a sorpresa: i selfie con i pazienti Fonte foto: ANSA
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