Vaccino Covid, gli errori fatti con AstraZeneca: parla Garattini
Silvio Garattini, presidente del Mario Negri, ha parlato della situazione dei vaccini anti Covid in Italia e fatto una previsione per il futuro
Secondo Silvio Garattini, presidente dell’Istituto di ricerce farmacologiche Mario Negri di Milano, “ci sono stati due errori gravi e ripetuti nella gestione italiana della pandemia”. Sulle pagine de La Stampa ha dichiarato che si è tratto di “mancanza di una comunicazione scientifica governativa e l’aver abdicato al criterio di età e di fragilità nella campagna vaccinale”.
Adesso “bisognerebbe tranquillizzare i cittadini prediligendo per tutti pragmaticamente, anche se forse non logicamente, i vaccini a mRna”, quelli di Pfizer e Moderna, “rimandando la vaccinazione dei giovani per finire gli over 50 e anche per raccogliere più dati sulle conseguenze nei ragazzi”.
Vaccino Covid, quali sono stati gli errori di comunicazione secondo Silvio Garattini
La comunicazione “non è mai stata la forza del nostro sistema sanitario, che tra l’altro è diviso tra varie regioni. In una pandemia però serve una voce unica e autorevole che rappresenti il parere della scienza”.
Nonostante l’esistenza di un ministero della Salute e del Comitato tecnico scientifico, “si sentono troppe voci che finiscono per spaventare la popolazione”.
Per Silvio Garattini non sarebbe colpa dei virologi ma “della viralità delle opinioni governative, innanzitutto. Se ci fosse una voce unica ufficiale, poi tutti potrebbero dire quello che vogliono e forse verrebbero meno ascoltati”.
“Ci sono state troppe comunicazioni imprecise, suggerimenti, preferenze, raccomandazioni, e poche spiegazioni chiare del perché di tanti cambiamenti“, ha sottolineato l’esperto.
Secondo Andrea Crisanti sarebbe stato meglio chiarire in principio che quello dei vaccini anti Covid sarebbe potuto essere un percorso a ostacoli. Linea di pensiero condivisa da Silvio Garattini. “Si doveva avere il coraggio di dire che ci si muoveva nell’incertezza, e ancora oggi è così”.
“Si ha avuto paura di spaventare la popolazione e così sì è finito per farlo davvero”, almeno per i vaccini adenovirali di AstraZeneca e Johnson & Johnson.
“La verità è che si sono scoperte delle rarissime trombosi, ma non si sa bene perché si scatenino. Quando c’erano tanti morti la gente era più spaventata dal virus, mentre ora dubita sul da farsi”, ha sottolineato.
Vaccino Covid, case farmaceutiche e interessi economici: parla Silvio Garattini
Silvio Garattini ha anche confermato che dietro la messa in risalto di alcune notizie ci potrebbe anche essere una strategia precisa. “Non nascondiamo poi che ci sono grandi interessi economici che soffiano sul fuoco”.
“Non tutti i vaccini hanno lo stesso costo e dietro ci sono grandi investimenti“, ha dichiarato. AstraZeneca “ha sbagliato sia nella sperimentazione sia nella comunicazione. Però i suoi difetti sono stati enfatizzati“.
“È davvero difficile confrontare i vaccini, perché sono stati studiati e provati su popolazioni diverse“. Riguardo la maggiore copertura dei vaccini a mRna, l’esperto ha chiarito che “anche AstraZeneca ha dimostrato sul campo, nel Regno Unito, di essere molto efficace” contro le varianti del coronavirus.
Se ci fossero abbastanza vaccini Pfizer e Moderna per tutti, si potrebbe “riaccendere l’entusiasmo nelle persone e velocizzare la campagna. Sono favorevole anche alla vaccinazione eterologa, per cui c’è l’indicazione positiva di alcuni studi”, ovvero il tanto discusso mix di vaccini.
AstraZeneca e Johnson & Johnson “sono assimilabili, anche se il secondo ha il pregio di funzionare con una dose e dunque potrebbe avere la metà dei rischi”.
Vaccino Covid, i dubbi sulla campagna e l’immunità di gregge di Silvio Garattini
La campagna vaccinale è in ritardo, considerando che “neanche la metà degli italiani ha ricevuto la prima dose. Si rischia di andare oltre settembre, e anche su questo servirebbe maggiore trasparenza”.
L’immunità di gregge potrebbe non essere raggiunta, almeno “non nei termini in cui la mette il generale Figliuolo, che parla del 70%. Ma è una presunzione. Per il morbillo, per esempio, ci vuole il 95%“.
“Non sappiamo neppure quanto duri l’immunità” data dai vaccini contro il coronavirus. “Il mondo è tutto da vaccinare, e se ci fossero varianti pericolose potremmo doverlo rifare anche noi. Il Governo parla da mesi di produzione italiana, ma perché non è ancora partita?”.
Vaccino Covid, morta a 18 anni dopo AstraZeneca: le riflessioni di Silvio Garattini
Riguardo la morte di Camilla Canepa, avvenuta dopo la somministrazione del vaccino di AstraZeneca, “ancora una volta si è abdicato al criterio di età e di fragilità. È urgente tornarvi, dedicare a queste categorie gli open day, e intanto raccogliere più informazioni sui giovani”.
Difficilmente Sivio Garattini direbbe al nipote “di non vaccinarsi, ma è il Governo che dovrebbe andare per fasce di età e aspettare altri dati” sui ragazzi.
Anche le pericarditi nei giovani che si sottopongono ai vaccini a mRna di Pfizer e Moderna destano preoccupazioni. “E se aspettassimo ne sapremmo di più, anche se sembrano rare e leggere”.
Riguardo il futuro, l’esperto ha fatto una previsione ben poco rosea. “Se fossi nel Governo mi preparerei al peggio. Durata e varianti sono una minaccia” concreta.