Ultima Generazione, perché gli attivisti ambientalisti protestano colpendo le opere d'arte nei musei
Bloccano il traffico, si incatenano ai monumenti, entrano nei musei e gettano zuppa e vernice sui dipinti famosi: chi c'è dietro Ultima Generazione
Negli ultimi mesi hanno attirato l’attenzione dei media e sollevato non poche polemiche dopo aver messo a segno azioni dimostrative e veri e propri attacchi ad opere d’arte dal valore inestimabile. Stiamo parlando di Ultima Generazione, ambientalisti che hanno scelto una forma molto particolare di protesta. Conosciamoli meglio.
- Che cos’è Ultima Generazione
- Cosa chiedono gli attivisti e come si finanziano
- Le azioni dimostrative e gli attacchi alle opere d’arte
- Le reazioni ai blitz
- Gli attivisti per l’ambiente nel resto del mondo
- Fridays For Future, Extinction Rebellion e…
Che cos’è Ultima Generazione
Mentre è in corso la COP27, la 27esima Conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici in programma fino al 18 novembre a Sharm El Sheikh, in Egitto, i ragazzi e le ragazze di Ultima Generazione continuano a protestare nei musei a colpi di vernice, zuppe e pomodoro e a bloccare il traffico sulle principali arterie stradali, scatenando l’ira di automobilisti e lavoratori. Ma chi sono? Da dove arrivano? E, soprattutto, cosa li spinge a compiere tali azioni dimostrative?
Sono proprio loro a spiegarlo, tramite il sito ufficiale. Ultima Generazione “è una campagna italiana di disobbedienza civile non violenta che dal 2021 unisce semplici cittadini, preoccupati per il proprio futuro e per quello di chi verrà dopo”. Si tratta della costola italiana del movimento internazionale Extinction Rebellion, che ha già messo a segno numerosi blitz di protesta in diversi musei all’estero.
Secondo questi “disturbatori seriali”, le decisioni che l’umanità (non) sta prendendo ora delineeranno un futuro dal quale non sarà più possibile tornare indietro. Ecco spiegata la scelta del nome Ultima Generazione, perché, dicono gli attivisti, questa di adesso è davvero “l’ultima generazione in grado di fare qualcosa” per salvare il nostro pianeta.
Cosa chiedono gli attivisti e come si finanziano
Protesta, ma anche proposta. Ultima Generazione non si limita, infatti, a urlare contro l’assenza di politiche mondiali per contrastare il collasso climatico, ma indica chiaramente le azioni da intraprendere con urgenza per salvare le presenti e future generazioni.
Gli attivisti avanzano due richieste specifiche al Governo italiano: innanzitutto, interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e di cancellare il progetto di nuove trivellazioni per la ricerca e l’estrazione di gas naturale.
In secondo luogo, spingono affinché si proceda subito con l’incremento di energia solare ed eolica di almeno 20GW, per creare migliaia di posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili.
Ma come si finanziano gli eco-attivisti di Ultima Generazione? I soldi arrivano da donazioni personali per sostenere le spese legali che seguono le loro azioni e dal Climate Emergency Fund (il Fondo verde per il clima) per quanto riguarda il reclutamento e la formazione delle persone che aderiscono alla campagna per l’ambiente.
Le azioni dimostrative e gli attacchi alle opere d’arte
Le prime vere azioni di Ultima Generazione in Italia si sono registrate circa un anno fa: prima con il blocco delle autostrade (soprattutto del Grande Raccordo Anulare), poi con gli scioperi della fame, i colpi di vernice al ministero della Transizione Ecologica e i sit-in all’interno dei musei.
Durante l’estate 2022, gli eco-attivisti hanno incrementato i loro ‘colpi’: hanno preso di mira la Primavera di Botticelli agli Uffizi di Firenze, poi è stata la volta del Museo del ‘900 di Milano, attaccando le mani alle Forme Uniche della Continuità nello Spazio di Boccioni, la scultura ritratta sul retro della moneta da 20 centesimi.
Successivamente sono entrati nella Cappella degli Scrovegni a Padova, acquistando un normale biglietto, e si sono incatenati alle balaustre lungo il percorso dei visitatori verso lo splendido ciclo di affreschi di Giotto.
Ottobre è stato un mese caldissimo, non solo dal punto di vista meteorologico: si è passati dal blocco della Porta Ardeatina, alla zuppa di verdura gettata contro l’opera Il seminatore di Van Gogh, esposta a Palazzo Bonaparte.
Quelle di Ultima Generazione sono azioni che obbligano a intervenire, anche soltanto per spostare di peso i corpi di chi ha scelto di sedersi e bloccare il traffico, di incatenarsi a una scultura oppure di imbrattare un quadro famoso. Sono gesti che impattano a livello emotivo, ma anche economico, che creano disturbo e scandalo.
Le reazioni ai blitz
Il copione è quasi sempre lo stesso: dopo aver compiuto l’atto, gli attivisti si inginocchiano davanti ai quadri, incollano le mani alla parete e spiegano al pubblico le loro ragioni. Queste azioni, però, hanno scatenato un’ondata di indignazione e polemiche.
Molti si domandano a cosa serva prendere di mira le grandi opere d’arte o penalizzare semplici cittadini intenti a recarsi al lavoro e a prendere i figli a scuola, e chiedono che gesti di questo tipo vengano compiuti direttamente verso la classe politica e le multinazionali che hanno un grosso impatto sull’ambiente.
Gli attivisti per l’ambiente nel resto del mondo
Di recente gli attivisti si sono dati parecchio da fare non solo in Italia, ma un po’ in tutta Europa e negli Stati Uniti.
Nel Regno Unito, ad esempio, i manifestanti di Just Stop Oil hanno bloccato il traffico incollandosi all’asfalto e hanno imbrattato una vetrina della casa automobilistica Aston Martin; gli attivisti di Animal Rebellion hanno invece versato latte sui pavimenti di alcune catene di supermercati.
Oltreoceano i membri delle comunità indigene hanno bloccato il traffico per chiedere di interrompere l’estrazione di combustibili fossili nelle loro terre. In Spagna, gli attivisti di Rebelión por el Clima hanno protestato davanti all’Huelva chiedendo all’industria di risparmiare sull’elettricità.
Tra i blitz più chiacchierati, spicca quello avvenuto di recente a Londra, dove gli attivisti hanno gettato zuppa di pomodoro contro il dipinto I Girasoli di Vincent Van Gogh, ma anche quello messo in atto al museo Barberini di Potsdam, in Germania, da Letzte Generation: due attiviste hanno lanciato purè di patate contro il capolavoro Il Pagliaio di Claude Monet. Fortunatamente le opere erano ben protette, quindi non hanno subito danni.
Fridays For Future, Extinction Rebellion e…
L’attivismo sui temi ambientali non è un fenomeno nuovo, anche se solo di recente è diventato più incisivo, soprattutto grazie all’impegno di Greta Thunberg, la giovane svedese famosa per il suo “sciopero scolastico per il clima” e per aver fondato il movimento Fridays For Future.
Il numero di eco-attivisti è in costante crescita e si tratta per lo più di giovanissimi. Tra i più noti e seguiti ci sono Autumn Peltier, “la guerriera dell’acqua” (impegnata per il diritto all’accesso universale all’acqua potabile e che ha ottenuto una candidatura al Premio Nobel per la pace dei bambini); Miriam Martinelli, la “Greta Thunberg italiana” ed esponente di Fridays For Future di Milano; e Mary Copeny, 15enne americana sempre più figura di riferimento per la difesa dell’ambiente.
Tra i movimenti più importanti, oltre al già citato Fridays For Future, c’è Extinction Rebellion, a cui si ricollega proprio Ultima Generazione. In cosa si distinguono i due? Fridays For Future si basa sull’attivismo dei giovani e la pressione sui governi. Extinction Rebellion, invece, invita alla disobbedienza civile non violenta, per tentare di invertire la rotta che ci sta portando verso il disastro ecologico e climatico.