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Mistero sulle terapie intensive: i ricoverati sarebbero il doppio

Uno dei dati ritenuti fondamentali nel bollettino quotidiano riguarda le terapie intensive: il numero fornito, però, potrebbe non essere veritiero

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Ogni giorno la Protezione civile e il Ministero della Salute diramano il bollettino con tutti i dati relativi al coronavirus in Italia, dai positivi ai decessi. Tra i numeri, uno di quelli maggiormente tenuto sott’occhio è quello relativo alle terapie intensive, indice del sovraccarico degli ospedali. Secondo quanto riportato dal Messaggero, però, questo dato potrebbe essere non veritiero: i nuovi pazienti intubati potrebbero infatti essere il doppio di quelli formalmente comunicati alla voce ‘posti occupati in terapia intensiva’.

Terapie intensive, perché i ricoverati potrebbero essere il doppio di quelli nel bollettino

Il nodo della questione è che la dicitura ‘posti occupati in terapia intensiva’ non si riferirebbe precisamente ai nuovi pazienti effettivamente ricoverati, sarebbe una stima al ribasso. La cifra comunicata dal Ministero della Salute – ieri ad esempio ‘più 100’ – non spiegherebbe quanti siano stati i ricoveri nell’area ospedaliera con i pazienti più gravi, ma indica solo il saldo.

Quindi, se il dato comunicato è “più 200 pazienti in terapia intensiva”, ma quel giorno in 100 sono stati dimessi perché guariti e altri 100 purtroppo sono deceduti, significa che sono stati ricoverati 400 nuovi malati.

In sostanza, in Italia non si saprebbe quanti pazienti vengano ricoverati ogni giorno in terapia intensiva (e neppure quanti ne muoiano, perché il dato dei decessi è complessivo).

Nino Cartabellotta, il presidente della Fondazione Gimbe che si occupa di elaborare statistiche sul sistema sanitario e sul coronavirus, ha definito la mancanza dei dati “inaccettabile“.

“Da mesi – ha aggiunto – li stiamo chiedendo, ma neppure sappiamo se esistano. Ogni giorno viene semplicemente comunicato un saldo, che ci fa comprendere la percentuale di occupazione dei posti di terapia intensiva. Certo, è utile. Ma non basta. Paradossalmente quel numero è più basso se muoiono molti pazienti. Invece, avere un dato puntuale dei flussi in entrata e in uscita, aiuterebbe a comprendere meglio l’andamento dell’epidemia“.

Gli fa eco Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova: “Quel numero non viene rilevato e secondo me è un errore. Ma c’è un altro problema: non c’è omogeneità tra i dati delle diverse Regioni”.

Secondo il professore, infatti, “nei differenti territori si utilizzano criteri per la classificazione di un paziente in terapia intensiva o in sub intensiva, che non coincidono. Consideriamo solo chi è intubato? Chi ha la respirazione assistita con il casco come viene contato? Quali sono i criteri di ospedalizzazione? Da Regione a Regione ci sono parametri non uguali“.

Terapie intensive, una stima dei pazienti ricoverati ogni giorno

Nonostante il dato sugli ingressi giornalieri non sia comunicato, si può fare una stima molto approssimativa. Secondo alcuni specialisti, tra cui lo stesso Bassetti e il direttore scientifico della Società italiana malattie infettive, il professor Massimo Andreoni del Policlinico Tor Vergata di Roma, sul totale dei casi positivi registrati ogni giorno, circa lo 0,5% viene ricoverato in terapia intensiva.

Durante la prima ondata quella percentuale era molto più alta. Oggi è tra lo 0,3% e lo 0,5%, più bassa, perché rintracciamo molti più asintomatici. Pertanto, mediamente, il numero dei ricoveri in terapia intensiva è circa il doppio di quello che risulta dal saldo.

Il 7 novembre c’è stato il record di nuovi casi in Italia, 39.811 contagi. L’incremento dei posti occupati in terapia intensiva è stato fissato a quota 119, in un giorno in cui i decessi sono stati 425.

Lo 0,5% di 39.811 è circa 200. Siamo dunque a poco meno del doppio del dato che risulta dal saldo.

Quindi, prendendo la settimana dal 31 ottobre al 7 novembre, i posti in terapia intensiva sarebbero molti di più degli 841 annunciati: potrebbero essere state intubate circa 1.400-1.500 persone.

Covid, l'identikit dei nuovi ricoverati in terapia intensiva Fonte foto: Ansa
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