Tangenti, arrestata l'ex eurodeputata di Forza Italia Lara Comi
Finita ai domiciliari per corruzione, finanziamento illecito e truffa
Lara Comi, ex eurodeputata di Forza Italia, è stata arrestata dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano e Busto Arsizio con l’accusa di corruzione, finanziamento illecito e truffa in un filone dell’indagine “Mensa dei Poveri”. L’ex eurodeputata, come riporta Ansa, è stata posta ai domiciliari così come l’ad dei supermercati Tigros Paolo Orrigoni. Il dg di Afol Metropolitana Giuseppe Zingale, invece, è finito in carcere.
Nell’ordinanza di arresto del gip di Milano Raffaella Mascarino si legge che “dall’esame degli elementi indiziari (…) emerge la peculiare abilità che l’indagata Comi ha mostrato di aver acquisito nello sfruttare al meglio la sua rete di conoscenze al fine di trarre” dal ruolo pubblico “di cui era investita per espressione della volontà popolare il massimo vantaggio in termini economici e di ampliamento della propria sfera di visibilità”.
“Nonostante la giovane età”, si legge inoltre nell’ordinanza, “Lara Comi ha mostrato nei fatti una non comune esperienza nel fare ricorso ai diversi, collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e all’incameramento di finanziamento illeciti”.
Le accuse a Lara Comi
La prima vicenda di cui risponde Lara Comi riguarda due contratti di consulenza ricevuti dalla sua società, la Premium Consulting Srl, con sede a Pietra Ligure (Savona), da parte di Afol e in particolare dal dg Zingale, “dietro promessa di retrocessione di una quota parte agli stessi Caianiello e Zingale”, come si legge negli atti depositati nella tranche principale.
Maria Teresa Bergamaschi, avvocato e stretta collaboratrice dell’ex eurodeputata, in un interrogatorio del 14 maggio aveva rivelato: “Mi parlò della necessità di pagare in vista dell’estensione dell’incarico una cifra di 10 mila euro a Zingale”.
L’esponente di Forza Italia, inoltre, è accusata di aver ricevuto un finanziamento illecito da 31 mila euro dall’industriale bresciano titolare della Omr holding e presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti.
Nel terzo episodio, infine, l’accusa è di truffa aggravata al Parlamento europeo e vede coinvolto anche il giornalista Andrea Aliverti, che collaborava con Comi come addetto stampa. Interrogato dai pm, ha dichiarato di avere ricevuto un aumento a tremila euro (dai mille iniziali) con l’obbligo di restituirne duemila a Forza Italia per pagare le spese della sede che Comi non pagava.
La maxi indagine “Mensa dei poveri” il 7 maggio portò a 43 misure cautelari eseguite, tra gli altri, nei confronti dell’ex coordinatore di Forza Italia a Varese Nino Caianiello, del consigliere lombardo “azzurro” Fabio Altitonante e dell’allora candidato alle Europee e consigliere comunale in quota FI Pietro Tatarella.
Il contenuto delle intercettazioni
Nino Caianiello, presunto “burattinaio” del sistema di mazzette, finanziamenti illeciti, nomine e appalti pilotati, insultava Lara Comi dandole della “cretina”, come emerge dalle intercettazioni riportate da Ansa.
“Veniamo sulle due cose, uno questa cretina della Lara a che punto stiamo? Perché io la vedo stasera, così gli faccio lo shampoo”, diceva Caianiello, intercettato il 29 novembre 2018, parlando con Zingale che gli rispondeva: “Il 17 già liquidato, 21 gli ho fatto il contratto”.
In una conversazione intercettata mentre parla con l’avvocato Bergamaschi il 9 maggio, Lara Comi dichiarava: “Oggi io dirò che non ho mai preso 17K, non ho mai avuto consulenze con Afol né a società a me collegate che non esistono … Se mi chiedono perché dicono questo posso dire che eri tu che facevi loro consulenza”.
La difesa
L’avvocato Giampiero Biancolella, il legale dell’ex eurodeputata, ha dichiarato: “Aspetto di leggere gli atti. Sono sorpreso per il provvedimento cautelare visto che Lara Comi non è più parlamentare europeo e si è dimessa da tutte le cariche afferenti all’attività pubblica svolta. Nell’interrogatorio di garanzia chiariremo tutte le circostanze contestate ed evidenzieremo che non esistono esigenze cautelari di sorta”.
Il legale ha spiegato inoltre che la sua assistita è “molto preoccupata per i suoi genitori perché non stanno bene tant’è che il padre ha saputo del suo arresto oggi mentre era in ospedale. Per tanto chiederemo al gip che possa essere trasferita nella casa dei genitori a Varese per poterli accudire”.