Strage di Altavilla, la chiamata tra Antonella Salamone e il padre prima di morire: "Il 2 febbraio era viva"
Si aggiungono dettagli sulla strage di Altavilla Milicia (Palermo). Parla il padre di Antonella Salamone: "L'ho sentita il 4 febbraio, era strana"
Si delineano sempre di più i contorni della strage di Altavilla Milicia, in provincia di Palermo. Nella casa degli orrori sono stati strappati alla vita Antonella Salamone (42 anni) e i figli Emanuel e Kevin rispettivamente di 5 e 15 anni. Reo confesso il 53enne Giovanni Barreca, marito di Antonella e padre dei ragazzi.
Unica sopravvissuta la figlia 17enne, trovata dai carabinieri in stato di choc all’interno di una stanza. Il ruolo di Sabrina Fina e Massimo Carandente è ancora da definire.
Da ciò che è emerso fino a martedì 13 febbraio, Antonella Salamone sarebbe stata uccisa il 2 febbraio e il suo corpo dato alle fiamme insieme a vestiti e oggetti personali. Diversa sorte per Emanuel e Kevin, la cui morte risalirebbe a venerdì 9 febbraio. Tra i due episodi sarebbe trascorsa una settimana, quindi, ma la testimonianza del padre della donna potrebbe spostare il calendario della mattanza.
Da ‘Mattino Cinque’ emerge che l’uomo avrebbe sentito la figlia in videochiamata nella giornata di domenica 4 febbraio, e Antonella Salamone appariva immobile e circospetta. La donna raramente guardava il telefono e aveva tutta l’aria di voler lanciare dei segnali. Improvvisamente la 42enne avrebbe chiuso la conversazione: “Papà, devo andare, non posso più parlare”. Il 4 febbraio, dunque, Antonella Salamone sarebbe stata ancora viva.