Silvia Romano, il giallo della foto col giubbotto turco
La Truchia rivendica un ruolo nella liberazione della volontaria. Per i servizi italiani si tratta di un fake
È nato un caso sulla foto, pubblicata dall’agenzia di stampa turca Anadolu, che ritrae Silvia Romano poco dopo la liberazione in Somalia, con un giubbotto antiproiettile con in evidenza uno stemma turco con la mezzaluna. Secondo i servizi segreti italiani si tratterebbe di un immagine falsa, un fake. Fonti dell’Aise hanno riferito all’Ansa che il giubbotto indossato dalla giovane cooperante rapita in Kenya nel 2018 “è una dotazione rigorosamente italiana, senza alcun simbolo” ed è stato fornito “nell’immediatezza” della liberazione dagli 007 italiani che l’hanno recuperata.
Le fonti dell’intelligence italiana hanno detto che gli stessi agenti che nella notte tra venerdì e sabato hanno partecipato all’operazione di liberazione, “sono stati inviati in territorio keniota dove, in collaborazione con le forze locali, hanno iniziato le operazioni di ricerca anche con l’ausilio di sofisticati droni”.
E, una volta accertato che la volontaria fosse stata portata in Somalia, “si sono trasferiti stabilmente in quel paese, senza mai interrompere le attività di ricerca, fino all’operazione dell’altra notte”.
La Turchia ha invece fornito una versione diversa, rivendicando l’importante ruolo svolto dai servizi di Ankara nella liberazione di Silvia Romano. Le autorità turche non hanno ufficialmente commentato la vicenda. Ma l’agenzia statale Anadolu, citando fonti di sicurezza turche, ha detto esplicitamente che i servizi turchi del Mit hanno salvato la volontaria italiana.
Secondo Anadolu, sarebbero stati i turchi a prendere in consegna Silvia Romano dai sequestratori, trasferendola poi sotto la custodia dei colleghi italiani una volta arrivati a Mogadiscio. La notizia, diffusa anche dalla tv di stato turca Trt, è stata ripresa con enfasi dalla stampa di Ankara.