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Scuola, via libera del Cts ai tamponi rapidi: cosa cambia

Il Cts ha dato il via libera alla possibilità di effettuare tamponi rapidi nelle scuole per l'attività di screening anti coronavirus

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Il Comitato Tecnico Scientifico ha dato il via libera alla possibilità di effettuare tamponi rapidi nelle scuole per la sola attività di screening. Secondo quanto appreso da ‘Ansa’, è stato raggiunto un accordo di massima nel corso della riunione sulla bozza della circolare presentata dal ministero della Salute, in cui si afferma in maniera esplicita che “ai fini esclusivi di screening è possibile utilizzare i test antigenici” nelle scuole.

La circolare non era all’ordine del giorno ed è stata illustrata dai rappresentanti del ministero.

Coronavirus, come funzionano i tamponi rapidi

Il ‘Corriere della Sera’ aggiunge ulteriori dettagli sui tamponi rapidi, cioè i test antigenici rapidi usati finora negli aeroporti sempre per il monitoraggio sui grandi numeri di persone.

Questi test sono basati sulla rilevazione di proteine virali (antigeni) presenti nelle secrezioni respiratorie.

Come per i tamponi tradizionali, anche in questo caso il prelievo avviene con dei bastoncini infilati nelle narici e nella faringe.

La risposta è “del tipo sì/no” (come, per esempio, per i kit di gravidanza) e arriva in media entro 20 minuti.

Per la lettura non occorre un addestramento particolare e l’esito non richiede strumenti di laboratorio.

Questa tipologia di test ha una sensibilità dell’80-85% (inferiore ai tamponi classici), cioè riconosce 80-85 infetti su 100.

Se una persona ha una bassa quantità di virus nel proprio corpo, il tampone rapido potrebbe dare un risultato falso negativo.

Tamponi rapidi nelle scuole: cosa cambia

Il ‘Corriere della Sera’ sottolinea il fatto che l’uso di tamponi rapidi nelle scuole è possibile “ai fini esclusivi di screening”. Questo perché l’esame diagnostico per eccellenza rimane il tampone “tradizionale”, che ha una sensibilità del 98% ma che impiega da 2 a 6 ore.

La necessità di velocizzare le procedure ha portato a questo passo che potrebbe aiutare la scuola a capire se ci sono studenti positivi al coronavirus.

 

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