Test rapidi in aeroporto: la soluzione del ministero della Salute
I test rapidi sembrano l'unica soluzione possibile per fermare il rientro dei positivi dall'estero, ma non sono ancora pronti
“Fare il tampone a chiunque torni dall’estero è al di sopra delle nostre possibilità” ha spiegato a Repubblica Luca Richeldi, membro del Comitato Tecnico Scientifico (Cts), pneumologo al Policlinico Gemelli di Roma. Ma l’emergenza dei vacanzieri positivi in rientro dall’estero si fa sempre più pressante. L’Italia è circondata in Europa da Paesi con curve di contagi per coronavirus in aumento, con i quali chiudere le frontiere sarebbe complicato. Il ministero della Salute sta allora pensando a soluzioni.
Test rapidi in arrivo all’aeroporto: la soluzione del ministero
L’obbligo di quarantena è difficile da fare rispettare senza adeguati controlli e improponibile per chi ritorna dalle vacanze per andare a lavoro.
Il test sierologico che rileva gli anticorpi sarebbe un metodo più pratico del tampone, ma non rivela la positività al momento del test.
Chiudere i confini con Paesi dentro l’aerea Schengen di libero scambio, come Spagna o Croazia, sarebbe la risposta più estrema e porterebbe a contrasti dentro l’Ue.
Come riportato dal Corriere la Commissione europea ha rivolto un appello agli stati membri: “Mentre dobbiamo garantire che l’Ue sia pronta a possibili nuovi aumenti di casi di Covid-19, dovremmo evitare una seconda ondata di azioni non coordinate ai confini interni”.
Test rapidi in arrivo all’aeroporto: il via libera dallo Spallanzani
Rimane solo una soluzione che però non è ancora pronta: i test rapidi per tutti gli arrivi agli aeroporti. Si tratta di un tampone pronto in 10-20 minuti, tempo utile da poter fare attendere al viaggiatore in arrivo e inoltre ha costi ridotti rispetto all’esame tradizionale.
Ma i risultati di questi test rapidi non sono ancora affidabili. Ci vuole ancora del tempo e degli studi prima che possano funzionare al 100%. “Il Cts li sta validando. A oggi hanno una sensibilità del 60-70%”, dice Richeldi.
Il ministro della Salute Roberto Speranza, come riporta il Corriere, attende il via libera dall’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “spero di sbloccarli a breve, lo stiamo valutando con lo Spallanzani“, ma intanto è pronto ad avviare la macchina organizzativa per effettuare “test rapidi negli aeroporti”, ma anche in porti e nelle stazioni.
Nel frattempo i governatori si muovono in ordine sparso. L’unica Regione che ha provato ad applicare test a tappeto per gli arrivi dall’estero è stato il Lazio, con tamponi effettuati per i voli in arrivo dal Bangladesh e sui pullman partita da Romania e Bulgaria.