Scoperti resti umani tra i detriti del sottomarino imploso nell'oceano per osservare il relitto del Titanic
La Guardia costiera Usa ha fatto sapere che sono stati ritrovati resti umani tra i detriti del sottomarino imploso dopo l'immersione verso il Titanic
Ci sono dei resti umani tra i detriti del sottomarino Titan. Lo ha comunicato la Guardia Costiera degli Stati Uniti che ha recuperato alcuni rottami del sommergibile imploso. I resti rinvenuti saranno accuratamente analizzati per avere un quadro più nitido di quanto accaduto sul fondo dell’oceano Atlantico, dove il sottomarino è imploso nell’immersione verso il relitto del Titanic causando la morte dei cinque passeggeri a bordo.
- I resti saranno analizzati per fare chiarezza sull'implosione
- La perdita di pressione
- La scarsa sicurezza del sottomarino
I resti saranno analizzati per fare chiarezza sull’implosione
La Guardia Costiera degli Stati Uniti ha fatto sapere che i resti umani rinvenuti tra i rottami del sottomarino Titan saranno analizzati così come i detriti del sommergibile imploso a circa 4mila metri di profondità.
L’analisi di ciò che si è riusciti a recuperare dalle acque dell’oceano Atlantico potrebbe fornire “elementi decisivi per comprendere le cause della tragedia“, ha detto Jason Neubauer, il capitano della Guardia costiera che sta coordinando le operazioni.
Le operazioni di ricerca condotte della Guardia costiera Usa
I detriti del sottomarino sono stati ritrovati a circa 4mila metri di profondità e a 500 metri di distanza dal relitto del Titanic.
La perdita di pressione
Quello che resta del sottomarino Titan è stato recuperato dall’oceano mercoledì, dieci giorni dopo l’immersione.
I resti del Titan sono stati trasportati a Saint John of Newfoundland, in Canada. L’ipotesi dell’implosione è stata confermata non appena si sono osservate le condizioni dei detriti.
La Guardia costiera americana, infatti, ha subito parlato di una “catastrofica perdita di pressione” per il sottomarino a bordo del quale viaggiavano cinque persone e di cui si erano perse le tracce già 1 ora e 45 minuti dopo l’immersione.
Si tratta di Stockton Rush, 61enne, patron e amministratore delegato di OceanGate, l’azienda proprietaria del sommergibile. Tra le vittime, inoltre, ci sono Hamish Harding (58 anni), Paul-Henri Nargeolet (77 anni), Shahzada Dawood (48 anni) e suo figlio Suleman Dawood (19 anni).
La scarsa sicurezza del sottomarino
Per ricostruire la dinamica dell’implosione e rintracciarne le cause, sono state aperte alcune inchieste in Canada e negli Stati Uniti.
L’accusa avanzata nei confronti di OceanGate (l’azienda proprietaria del sottomarino) è quella di negligenza nella sicurezza.
Per comprendere i fattori che hanno determinato la catastrofica implosione “resta ancora molto da fare”, ha precisato il capitano della Guardia Costiera Usa, Neubauer. L’intento è “garantire che una tale tragedia non accada mai più”, ha aggiunto.
L’analisi dei rottami del sottomarino ritrovati sul fondo dell’oceano sarà determinante per fare chiarezza.