Chi sono i passeggeri del sottomarino disperso sulle tracce del relitto del Titanic: spuntano i primi nomi
Sono stati diffusi i nomi dei 5 passeggeri dispersi a bordo del sottomarino, ma la guardia costiera non può confermarne l'identità
Iniziano a essere diffuse le identità dei passeggeri del sottomarino disperso. A bordo del batiscafo che doveva portare al relitto del Titanic, poi scomparso nelle acque dell’Oceano Atlantico, c’erano imprenditori e personaggi facoltosi.
- Il miliardario Harding e il proprietario dell'azienda
- Gli altri passeggeri a bordo
- Il commento della guardia costiera
Il miliardario Harding e il proprietario dell’azienda
Il viaggio sulle tracce del relitto del Titanic, sprofondato nel 1912 a 3.800 metri, non è sicuramente pensato per tutti.
L’idea del turismo di profondità per persone facoltose è stato ideato dalla OceanGate Expeditions.
Il post su Facebook del figliastro di Harding
Il capo dell’azienda, Stockton Rush, voleva dare la possibilità a pochi eletti “di vedere con i tuoi occhi il Titanic”, attraverso un viaggio di 8 giorni e 7 notti al costo di 250mila dollari a passeggero.
Anche lui, si presume, è tra i 5 passeggeri dispersi all’interno del batiscafo scomparso nelle acque dell’Oceano Atlantico,
La prima identità a essere ufficialmente confermata, però, è quella del miliardario britannico Hamish Harding.
Già noto a livello mondiale, lo scorso anno il 58enne era volato nello spazio con la società spaziale di Jeff Bezos, la Blue Origin, a bordo del quinto volo commerciale organizzato.
A confermare la sua presenza sul sottomarino è stato il figliastro di Harding, Brian Szasz, che in un post di Facebook ha chiesto di “pregare affinché la missione di salvataggio abbia successo“.
Gli altri passeggeri a bordo
Sulle identità degli altri passeggeri ci sono meno certezze. Si parla, però, anche della presenza del pilota francese Paul-Henry Nargeolet, di 76 anni.
Nargeolet è uno dei più grandi esperti di Titanic, visto che nel 1987 guidò il piccolo sottomarino che confermò la presenza del relitto e permise il recupero di oltre 1.800 oggetti.
A bordo si pensa ci fosse anche un uomo d’affari pachistano, Shahzada Dawood, e suo figlio Suleman.
Il commento della guardia costiera
Dalla guardia costiera di Boston hanno riferito di non poter “confermare l’identità dei passeggeri. I nostri sforzi sono tutti concentrati nelle ricerche e nell’individuare il veicolo”.
“Stiamo facendo il possibile”, ha confermato l’ammiraglio John Mauger, che ha spiegato che le ricerche sono rese particolarmente complesse dalla profondità dell’area.
Il tempo continua, però, a stringere: l’ossigeno a disposizione nel sottomarino è limitato e si prevede abbia un’autonomia di 70-96 ore.