Sciopero dei pescherecci per il caro gasolio: non usciranno in mare per una settimana
I pescherecci italiani hanno deciso lo sciopero generale per una settimana per protestare contro l'aumento del prezzo del gasolio
Stop alla pesca per una settimana. Questa notte i pescherecci delle marinerie italiane non sono usciti in mare per le loro consuete attività e resteranno fermi in porto per una settimana, fino a domenica prossima. È la decisione presa dall’associazione di categoria per protestare contro il caro carburante.
I pescherecci non usciranno in mare per una settimana
A decidere lo sciopero generale dei pescherecci italiani dal 7 al 13 marzo come forma di protesta contro i rincari del gasolio è stata l’Associazione produttori pesca durante un’assemblea che si è tenuta a Civitanova Marche, in provincia di Macerata.
Alla riunione di categoria erano presenti i rappresentanti dell’80% delle marinerie italiane. Si è deciso di procedere con lo sciopero generale del comparto pesca, spiega l’Associazione produttori pesca, perché il caro gasolio non permette più di sostenere le attività in mare.
Sciopero dei pescherecci per il caro gasolio
“Mercoledì le associazioni di categoria saranno a Roma per un incontro al ministero“, ha spiegato all’Ansa Apollinare Lazzari, presidente dell’Associazione produttori pesca di Ancona.
“Vediamo – ha detto – se è possibile far entrare il comparto della pesca tra quelli che vedranno un sostegno nel prossimo decreto. Altrimenti continueremo a stare in terra. Così, non possiamo più lavorare: i costi superano di gran lunga i guadagni“.
Pescherecci fermi in porto
Nelle Marche, continua Lazzari, “tutti i pescherecci di San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche, Ancona, Fano e Pesaro hanno aderito compatti all’iniziativa. Martedì andranno negli uffici delle Capitanerie di Porto per consegnare i documenti delle imbarcazioni senza sbarcare i marinai (un gesto che gli armatori hanno deciso per non far perdere lo stipendio ai dipendenti, senza perdere le giornate di pesca)”.
Le proteste contro il caro carburante
Lo sciopero generale dei pescherecci è l’ultima di una serie di iniziative prese dalle categorie di imprese e lavoratori più colpite dall’aumento vertiginoso delle bollette di gas e luce e dei prezzi del carburante, causato anche dallo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina.
Nei giorni scorsi ci sono state numerose manifestazioni di protesta degli autotrasportatori contro il caro benzina che hanno fatto registrare anche momenti di tensione e episodi violenti, come il manifestante accoltellato da un automobilista nel Foggiano. Alle proteste dei camionisti si sono aggiunte in varie parti d’Italia anche quelle di agricoltori e allevatori.