Salvatore Sinagra si risveglia dal coma dopo l'aggressione a Lanzarote, la richiesta al papà e la bugia
È uscito dal coma Salvatore Sinagra, il 30enne di Favignana picchiato a sangue a Lanzarote per futili motivi. Il giovane non sa ancora nulla di quanto è successo
Salvatore Sinagra sta meglio, anche se la sua battaglia non è ancora finita: il 30enne di Favignana pestato a sangue nell’isola spagnola di Lanzarote, alle Canarie, è uscito dal coma e parla alternando momenti di lucidità al sonno. “Che ci fate qui?”, sono state le sue prime parole subito dopo il risveglio, rivolte al padre e al fratello che non hanno mai smesso di vegliarlo in ospedale.
Le condizioni di Salvatore Sinagra
Il sonno di Salvatore Sinagra è durato oltre due settimane, dopo l’aggressione apparentemente senza movente, se non la voglia di provocare una rissa, avvenuta lo scorso 26 gennaio di fronte al bar “Sin Nombre” di Puerto del Carmen a Lanzarote.
A ridurlo in fin di vita, un giovane di nazionalità spagnola già noto alle forze dell’ordine e con problemi di droga.
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Il cerchio rosso indica l’isola di Lanzarote alle Canarie, al largo della costa africana
Salvatore Sinagra è stato operato all’ospedale di Las Palmas per una frattura al cranio. Durante l’intervento gli sono stati rimossi dei frammenti ossei. Il ragazzo, fortunatamente, ha superato anche alcune complicazioni polmonari.
Papà Andrea ha affidato a una storia di Instagram i suoi pensieri e i ringraziamenti allo staff sanitario che si è preso cura del figlio, così come al personale del consolato e a tutte le istituzioni italiane che si sono interessate al caso.
La bugia
Salvatore non sa ancora la verità e non ricorda nulla della sera in cui venne quasi ucciso. I familiari gli hanno raccontato che il ricovero è stato dovuto a un grave incidente di moto.
Il ragazzo sta recuperando le forze e a tratti prova anche a scendere dal letto per andarsene, come scrive La Stampa.
Salvatore “non è perfettamente cosciente, ma risponde bene pur restando in terapia intensiva… ci dà buone speranze”, ha scritto il papà sui social.
Chi è l’aggressore
“Sì, sono stato io”. Con queste parole il giovane spagnolo di 25 anni ha confessato le sue responsabilità di fronte al magistrato di Arrecife che l’ha interrogato dopo l’arresto.
Il ragazzo viene descritto come un colosso dalla forza fuori dal comune, alto quasi due metri e di corporatura estremamente robusta. Il giovane, cocainomane per sua stessa ammissione, viene considerato dagli investigatori come un soggetto “estremamente pericoloso”.
La guardia civil è risalita a lui grazie ai video delle telecamere di sorveglianza e al racconto di cinque testimoni. Nel suo disperato appello, il padre di Salvatore aveva detto “chi sa parli”.
Secondo il racconto di chi ha assistito alla scena, il 25enne e Sinagra avrebbero avuto uno screzio per banali motivi all’interno di un bar, mentre il siciliano giocava a calcio balilla con un amico.
Una volta uscito in strada per fumare una sigaretta, Salvatore Sinagra è stato colpito con pugni potentissimi, tanto forti da sfondargli il cranio. Lo spagnolo ha usato le mani nude, senza ricorrere a tirapugni o spranghe come si era invece pensato in un primo momento.
