Riforma pensioni, ipotesi Quota 41: in cosa consiste e quanto costerebbe allo Stato. Incontro Meloni-sindacati
Il governo valuta la possibilità di adottare il sistema di Quota 41, ma solo per il 2023. Ecco cosa potrebbe cambiare
Sul tavolo del governo si studia una riforma delle pensioni, e tra le ipotesi più accreditate al momento c’è quella di Quota 41, per evitare il ritorno della legge Fornero. Ma in cosa consiste e in cosa si differenzia dall’attuale sistema in vigore? Ecco cosa sappiamo e cosa potrebbe cambiare nel 2023.
- Ipotesi Quota 41 ma solo fino al 2023. In cosa consiste
- Quanto costa allo Stato Quota 41
- Riforma pensioni, incontro Meloni-sindacati
Ipotesi Quota 41 ma solo fino al 2023. In cosa consiste
Quota 41 potrebbe sostituire l’attuale Quota 102. Il sistema pensionistico corrente prevede che si possa andare in pensione a 64 anni di età e 38 di contributi (64 + 38 = 102), mentre con Quota 41 ci si potrebbe ritirare dal lavoro senza penalizzazioni a 61 anni e con 41 anni di contributi.
Quel che la neoministra del Lavoro Marina Calderone starebbe valutando, come riporta il Corriere della Sera, è di applicare questo sistema soltanto per il prossimo anno, cioè il 2023; ciò permetterebbe di guadagnare il tempo necessario per trovare un accordo migliore con i sindacati per l’anno successivo.
La ministra del Lavoro Marina Calderone
Quanto costa allo Stato Quota 41
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, le simulazioni con Quota 41 rivelano che nel 2023 potrebbero andare in pensione circa 83mila persone in più rispetto a uno scenario con il ritorno della legge Fornero. Il pagamento degli oneri previdenziali, invece, costerebbe allo Stato 1,13 miliardi di euro.
La proposta di mantenere Quota 41 solo per il 2023 permetterebbe di abbattere i costi per lo Stato, che altrimenti lieviterebbero fino a 4 miliardi di euro se il sistema fosse adottato fino al 2025.
Riforma pensioni, incontro Meloni-sindacati
I sindacati hanno avuto un incontro nel pomeriggio di mercoledì 9 novembre con la premier a Palazzo Chigi, durante il quale la premier ha fatto il punto della situazione.
“Siamo nel mezzo di una crisi internazionale sociale – ha detto Meloni, come riporta l’Ansa – usciamo da una pandemia, c’è una crisi energetica in corso, un aumento dei costi delle materie prime, una inflazione vicina al 10%, salari perlopiù inadeguati, pensioni di oggi basse, e quelle future rischiano di essere inesistenti”.
Meloni ha garantito l’intenzione di collaborare con le parti sociali con un atteggiamento di “totale apertura e rispetto”. Meloni ha poi invitato tutti a “mettere da parte i preconcetti”, per raggiungere un obiettivo comune, cioè “la difesa dell’interesse generale”.
Per la presidente del Consiglio, la priorità è il lavoro, un ambito nel quale l’Italia arranca con il suo tasso di occupazione tra i più bassi in Occidente.
Poco prima, Meloni si è trovata a dover replicare alle accuse della Francia sul tema della gestione dell’immigrazione.