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Reddito di maternità contro l'aborto proposto da Maurizio Gasparri: alle mamme 1.000 euro al mese per 5 anni

Il Reddito di maternità contro l'aborto voluto da Maurizio Gasparri di Forza Italia incendia il dibattito politico. Importo e requisiti Isee

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Soldi alle donne per spingerle a non abortire: il disegno di legge di Forza Italia, che verrà depositato dal capogruppo in Senato Maurizio Gasparri, prevede l’erogazione di 1.000 euro al mese fino al compimento del quinto anno del bambino. Si tratta, in sintesi, di 60.000 euro in 5 anni a titolo di Reddito di maternità. Le opposizioni sono sul piede di guerra.

I requisiti del Reddito di maternità

L’obiettivo dichiarato da Gasparri è quello di indurre a un ripensamento le donne che sono orientate a scegliere la via dell’aborto spaventate dalle difficoltà economiche.

“Al fine di ridurre le richieste di interruzione della gravidanza motivate dall’incidenza delle condizioni economiche è istituito il reddito di maternità, […] un beneficio economico, su base mensile, concesso su richiesta alle donne cittadine italiane residenti che si rivolgono ad un consultorio pubblico o ad una struttura socio sanitaria a ciò abilitata dalla Regione, o a un medico di fiducia”.

Maurizio GasparriFonte foto: IPA

Roma, 24 febbraio 2024 – Maurizio Gasparri sul palco del Congresso nazionale di Forza Italia.

Tagliate fuori, dunque, le donne extracomunitarie e le italiane residenti all’estero. C’è poi anche un altro requisito: il valore dell’Isee del nucleo familiare di appartenenza della richiedente non deve essere superiore a 15.000 euro, fino al compimento del quinto anno di età del bambino.

Ci sono poi degli ulteriori bonus: “Per ciascun figlio successivo al secondo è prevista una maggiorazione di importo pari a 50 euro mensili, fino al compimento del quinto anno di età. Per ciascun figlio con disabilità spetta una maggiorazione pari a 100 euro mensili, fino al compimento del diciottesimo anno di età”.

Ma chi percepisce il Reddito di maternità voluto da Forza Italia perde il diritto a ottenere qualsiasi altro sussidio legato alla natalità e basato sull’Isee.

La proposta di legge prevede l’istituzione di un Fondo per il reddito di maternità con una dotazione di 600 milioni di euro annui a decorrere dal 2024.

La proposta di Gasparri arriva a pochi giorni dall’attacco di Marina Berlusconi al governo Meloni. La figlia del Cav ha criticato le posizioni dell’esecutivo sui diritti, fra i quali l’aborto. Anche Alessandra Mussolini ha chiesto un’apertura su aborto e diritti.

Il ruolo dei consultori

Il testo dispone anche che il personale dei consultori sia tenuto a illustrare alle donne l’esistenza del Reddito di maternità, così da escludere che l’aborto venga visto come una soluzione a problematiche di tipo economico.

Per Gasparri le attuali misure a sostegno della natalità non sono abbastanza incisive. Urge dunque una nuova legge che aiuti le donne che scelgono di non abortire.

Fatta la legge, trovato l’inganno

Una possibile criticità della legge è rappresentata dal fatto che alcune donne potrebbero fingere di voler interrompere la maternità unicamente per poter incassare i 60.000 euro in 5 anni.

La rabbia delle opposizioni

La senatrice Cecilia D’Elia del Partito Democratico parla di “pura propaganda fatta sulla pelle delle donne, oltre tutto da parte di chi ha abolito il reddito di cittadinanza”. “Non si affronta così lo scarto tra figli desiderati e realizzazione dei progetti di genitorialità. Stiamo parlando di gravidanze indesiderate e la scelta delle donne va rispettata, non indotta economicamente”.

“Fa arrabbiare che parli di Reddito di maternità chi ha fatto la guerra al Reddito di cittadinanza che sosteneva famiglie e minori”, commenta Gilda Sportiello, deputata M5S. “Non può essere l’aiuto economico estemporaneo a dare la serenità per una genitorialità e le donne che decidono di abortire non possono essere trattate come delle persone inconsapevoli che hanno bisogno di essere convinte con dei contributi economici. Le vere misure per la genitorialità sono altre. Questo è un insulto”.

“Pensare che bastino pochi soldi erogati a donne povere che scelgono di abortire per sostenere la maternità è un’offesa all’intelligenza delle donne e un ulteriore espressione di misoginia di certa classe politica”, dichiara Luana Zanella di Alleanza Verdi e Sinistra.

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