Reddito di cittadinanza e assegno unico, l'UE apre procedure di infrazione contro l'Italia: è discriminazione
L'Unione Europea ha avviato procedure di infrazione nei confronti dell'Italia per il Reddito di Cittadinanza e l'assegno unico: cosa non va bene
Il reddito di cittadinanza e l’assegno unico entrano nel mirino dell’Unione Europea: la Commissione ha infatti avviato procedure di infrazione nei confronti dell’Italia, perché le due misure violerebbero le linee guida sul diritto europeo.
- Il reddito di cittadinanza per l'UE è discriminante
- Procedura di infrazione anche per l'assegno unico
- Come funzionano ora RdC e assegno unico
Il reddito di cittadinanza per l’UE è discriminante
Stando a quanto riportato dalle agenzie di stampa, la Commissione Europea sta valutando possibili infrazioni da parte dell’Italia a causa del reddito di cittadinanza, la misura fortemente voluta dal M5S e rinnovata anche nella Manovra del 2023.
L’Rdc, infatti, potrebbe non essere in linea con il diritto UE in materia di libera circolazione dei lavoratori, diritti dei cittadini, residenti e protezione internazionale. Così com’è, discriminerebbe gli altri lavoratori della comunità europea.
Il reddito di cittadinanza è stato istituito con il Decreto Legge n°4 del 28 gennaio 2019
Tra i requisiti per ottenere il reddito, infatti, è richiesta la residenza in Italia da almeno 10 anni: questa specifica per l’UE “si qualifica come discriminazione indiretta” e va a discapito dei cittadini comunitari che non lavorano.
Procedura di infrazione anche per l’assegno unico
La Commissione, si apprende da una nota diffusa da Ansa, ritiene che il regime italiano di reddito minimo “dovrebbe essere pienamente accessibile ai cittadini dell’Ue che sono lavoratori subordinati, autonomi o che hanno perso il lavoro, indipendentemente dalla loro storia di residenza”.
Non è l’unica misura di assistenza sociale nei confronti della quale è stata aperta una procedura di infrazione. Nel mirino è finito anche l’assegno unico per i figli e il motivo è il medesimo: violerebbe il diritto UE non trattando i cittadini allo stesso modo.
In entrambi i casi si tratta di presunta discriminazione che impedirebbe alla platea europea di poter accedere agli stessi benefici assistenziali. L’Italia ora ha due mesi di tempo per rispondere alle preoccupazioni, altrimenti la Commissione potrà mandare un parere motivato.
Come funzionano ora RdC e assegno unico
Contestato da anni dal Centrodestra, il reddito di cittadinanza è stato comunque rinnovato nella Manovra 2023, ma con qualche modifica. Varrà per massimo 7 mensilità, salvo il caso in cui siano presenti nel nucleo familiare persone con disabilità, minorenni o persone con almeno sessant’anni di età.
È stato inoltre introdotto l’obbligo per i beneficiari di sottoscrivere un patto per il lavoro o per l’inclusione sociale, di frequentare un corso di formazione e/o riqualificazione professionale per 6 mesi, pena la decadenza dal beneficio per l’intero nucleo familiare.
Infine, per i beneficiari compresi nella fascia di età dai 18 ai 29 anni che non hanno adempiuto all’obbligo scolastico, l’erogazione del reddito diventa subordinata all’iscrizione e alla frequenza di percorsi di istruzione di primo livello, o comunque funzionali all’adempimento dell’obbligo.
Per quanto riguarda l’assegno unico, invece, la Legge di Bilancio del Governo Meloni ha alzato gli importi: le maggiorazioni scatteranno dal prossimo 1 marzo 2023 e si rinnoverà in automatico per le famiglie che già lo percepivano nel 2022. L’INPS agirà in automatico prelevando i dati dai propri archivi e facendo scattare l’erogazione dell’assegno con aumenti.