Proteste in Argentina contro le riforme del premier Javier Milei: il video degli scontri a Buenos Aires
Proteste a Buenos Aires e nel resto del Paese contro la Legge Omnibus di Javier Milei che introduce tagli ai servizi e massicce privatizzazioni
Da giorni l’Argentina è scossa dagli scioperi e dalle proteste dei manifestanti che si oppongono alle politiche del premier Javier Milei. Gli scontri si sono concentrati soprattutto nella capitale Buenos Aires dove la folla ha a più riprese accerchiato il Congresso. La polizia è intervenuta anche con fumogeni e proiettili di gomma.
- Proteste in Argentina contro Milei
- Cos'è la Legge Ombibus di Javier Milei
- Tagli ai servizi e privatizzazioni
Proteste in Argentina contro Milei
Il Congresso argentino ha dato il primo via libera al disegno di legge voluto dal presidente Milei, con 144 voti favorevoli e 109 contrari. Ora il testo passerà all’esame del Senato.
Al momento del suo insediamento, lo scorso 10 dicembre, Javier Milei aveva deciso di giocare a carte scoperte: “Per fare una politica di gradualismo c’è bisogno di soldi e, mi dispiace ripeterlo, i soldi non ci sono. Quindi non c’è alternativa all’aggiustamento e a una politica di shock”, aveva annunciato.
In campagna elettorale l’esponente della destra ultraliberista aveva a più riprese impugnato una motosega per annunciare i drastici tagli del suo programma di governo.
Cos’è la Legge Ombibus di Javier Milei
E la “politica di shock” e i drastici tagli sono infine effettivamente arrivati sotto forma della Ley Ómnibus, la Legge Ombibus che va a scuotere dalle fondamenta molti aspetti della vita in Argentina.
Il testo è composto da circa 500 articoli e contiene una serie di massicce privatizzazioni. Il testo originario di articoli ne conteneva 600. Tutte le aziende pubbliche, o con partecipazione pubblica, finiranno in mani private: dai treni agli aerei, dalla tv di Stato alla banca nazionale.
Tagli ai servizi e privatizzazioni
Previsti poi drastici tagli ai servizi essenziali fra cui le pensioni. Anche sanità e istruzione, che oggi sono gratuite in Argentina, vedranno tagli e saranno interessate dall’introduzione di nuove tariffe. La nuova legge va poi a irrobustire i poteri del premier.
Milei, dal canto suo, sostiene che non ci sono alternative se si intende invertire la rotta di un’economia che ha superato il punto di non ritorno: l’Argentina ha chiuso il 2023 con l’inflazione più alta al mondo: +211,4%.
Secondo le stime degli organizzatori, 1 milione e mezzo di persone avrebbe preso parte alle proteste in tutta la nazione, con una concentrazione di oltre 500mila persone a Buenos Aires.