Proroga stato di emergenza Covid 2022: cosa comporta lo stato di emergenza fino al 31 marzo 2022, le misure
Il Governo ha ufficialmente prorogato lo stato di emergenza al 31 marzo 2022: cosa significa e quali misure sono state introdotte
Il Governo guidato da Mario Draghi ha deciso di prorogare lo stato di emergenza di altri tre mesi, allungando la scadenza dal 31 dicembre 2021 al 31 marzo 2022. L’accelerazione, secondo l’Ansa, sarebbe stata decisa proprio dal premier, al fine di dare un chiaro segnale sulle priorità relative alla situazione della pandemia. Ma cosa significa prorogare uno stato di emergenza? E quali misure comporterà questa scelta?
Proroga stato di emergenza: cosa significa
Per prorogare lo stato di emergenza fino al 31 marzo si deve passare attraverso il Parlamento: i partiti di maggioranza sarebbero comunque concordi, a partire dal Partito democratico, Forza Italia e Italia viva. Più accorta la Lega, con Salvini che ha dichiarato di aspettare il confronto con sindaci e governatori prima della scadenza (mancano meno di 3 settimane) “per capirne necessità o meno”. Contro c’è Fratelli d’Italia.
Ma cosa comporta lo stato di emergenza? L’articolo 77 della Costituzione prevede la possibilità, per il governo, di adottare provvedimenti provvisori con decreti legge in “casi straordinari di necessità e urgenza”.
Lo stato di emergenza è previsto dalla legge 225/1992, norma che ha segnato la nascita della Protezione civile: è proclamato “al verificarsi o nell’imminenza di calamità naturali o eventi connessi all’attività dell’uomo in Italia”. Come disastri ambientali o pandemie.
Lo stato di emergenza viene deciso dal Consiglio dei ministri su proposta del premier, oppure di un ministro con portafoglio o ancora del sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio.
Il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario per l’emergenza Covid in Italia
La misura, di fatto, conferisce al capo della Protezione civile il potere di ordinanza nelle zone interessate dall’emergenza.
Ricapitolando, lo stato di emergenza:
- è una misura emergenziale (terremoti, alluvioni, pandemia);
- snellisce le procedure di approvazione di leggi e decreti per garantire un tempestivo intervento atto a minimizzare i danni (nel caso del Covid: distanziamento, obbligo di mascherine, smart working);
- prevede la possibilità, per il premier, di ricorrere ai Dpcm, decreti che possono entrare in vigore senza l’approvazione parlamentare;
- può istituire organi appositi per la gestione dell’emergenza (nel caso del Covid, la figura del commissario straordinario e il Comitato tecnico-scientifico).
Proroga stato di emergenza, quali sono le misure: la bozza del decreto
Sul tavolo Consiglio dei ministri la bozza del nuovo decreto dove viene confermata la proroga per altri tre mesi dello stato di emergenza e di tutte le disposizioni a esso collegate. Secondo quanto riportato da Ansa, il testo si compone di 11 articoli che confermano fino al 31 marzo 2022 le misure varate fino ad oggi e solo alcune novità: all’articolo 6 vengono destinati, infatti, 6 milioni di euro al ministero della Difesa per allestire, in un sito militare individuato dal commissario Figliuolo, un’infrastruttura, si legge nella bozza, per “lo stoccaggio e la conservazione delle dosi vaccinali per le esigenze nazionali”.
L’obiettivo indicato nel testo è “assicurare il potenziamento delle infrastrutture strategiche per fronteggiare le esigenze connesse all’epidemia da Covid-19 e garantire una capacità per eventuali emergenze sanitarie future”.
Su proposta del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, inoltre, il generale Francesco Paolo Figliuolo è stato nominato alla guida del Comando operativo di vertice interforze (Covi), oltre a rimanere commissario straordinario all’emergenza con la proroga di tutti i suoi poteri previsti nello stato di emergenza.
Proroga stato di emergenza, quali sono le misure: nessun obbligo di mascherina all’aperto
A differenza di quanto ipotizzato nelle scorse ore, nel corso del consiglio dei ministri non è stato approvato nessun obbligo di utilizzo delle mascherine all’aperto.
Tra le misure del decreto, viene prolungata fino al 31 marzo 2020 la possibilità di limitare gli spostamenti delle persone, “su specifiche parti del territorio nazionale ovvero, occorrendo, sulla totalità di esso”: dalla chiusura di strade e parchi, cinema e teatri, allo stop alle cerimonie, fino al lockdown e alla quarantena “ai soggetti che hanno avuto contatti” a rischio.
Il provvedimento prevede anche la conferma per altri tre mesi della norma che stabilisce i criteri per le zone bianca, gialla, arancione e rossa.
Prorogati fino alla stessa data i congedi parentali al 50% per i genitori con figli in quarantena causa Covid ed è prorogata anche la possibilità di smart working per i lavoratori fragili.
Nel testo si legge inoltre, che con decreto ministeriale, “da adottare entro trenta giorni, sono individuate le patologie croniche con scarso compenso clinico e con particolare connotazione di gravità, in presenza delle quali, fino al 31 marzo 2022, la prestazione lavorativa è normalmente svolta in modalità agile, anche attraverso l’adibizione a diversa mansione, e specifiche attività di formazione professionale sono svolte da remoto”.
Secondo quanto previsto dal decreto, nell’esercizio dei poteri derivanti dalla dichiarazione dello stato di emergenza, il capo del Dipartimento della Protezione civile e il Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid-19, “adottano anche ordinanze finalizzate alla programmazione della prosecuzione in via ordinaria delle attività necessarie al contrasto e al contenimento del fenomeno epidemiologico da Covid-19”.
Quante volte è stato prorogato lo stato di emergenza durante il Covid
Lo stato di emergenza nazionale per la pandemia di coronavirus è stato decretato per la prima volta il 31 gennaio 2020 ed è stato via via prorogato per periodi di tre o sei mesi.
L’ultima proroga aveva fissato la scadenza dello stato di emergenza al 31 dicembre 2021.
Lo stato di emergenza può durare al massimo per due anni (12 mesi più altri 12).
Per una ulteriore proroga serve un decreto ad hoc oppure, come nel caso dell’emergenza per la ricostruzione post terremoto, un emendamento da inserire nel decreto Milleproroghe.
Per questo motivo la proroga al 31 marzo 2022 è necessariamente dovuta passare dal Parlamento.