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Ipotesi lockdown a Natale, cosa succederebbe ai commercianti

Dal punto di vista dell'economia, un eventuale lockdown a dicembre metterebbe in ginocchio imprese e commercianti: i danni stimati, in un anno nero

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato il:

Mentre il governo ragiona sull’opportunità o meno di stringere le misure per contenere il contagio, e quindi istituire il coprifuoco, all’orizzonte non viene più esclusa con forza l’ipotesi di un lockdown nazionale. La paura di commercianti e imprese è che possa materializzarsi a Natale, mettendo in ginocchio l’economia. Lo riporta il Messaggero.

Ipotesi lockdown, quanto costerebbe all’economia italiana

Un lockdown natalizio potrebbe costare fino a 16 miliardi di euro a settimana, lo 0,8% del Pil secondo il Centro studi di Confindustria.

Decisamente troppo perché, oggi, questa misura estrema venga presa in considerazione. Il governo ne è consapevole e sembrerebbe orientato a optare per una chiusura ad Halloween, così da garantire l’apertura a dicembre, mese chiave per l’economia italiana: la spesa complessiva per i consumi vale circa 110 miliardi di euro su un totale annuo di 900 miliardi.

Dall’altra parte ci sono le imprese e i commercianti, che auspicano sin da ora restrizioni più severe per limitare i movimenti e contenere la diffusione del coronavirus, ma senza danneggiare le attività produttive fondamentali.

Ipotesi lockdown, quando sono disposti a chiudere i commercianti

Oltre alle stime delle ricadute sul Pil, il Centro studi di Confindustria si è occupato anche di spiegare come sull’intensità dell’impatto sul Prodotto interno lordo di una serrata influisca anche il periodo in cui entra in vigore. Ed è per questo motivo che i negozianti, nel caso in cui la situazione dei contagi precipitasse, sarebbero disposti sì a chiudere, ma non oltre novembre.

Secondo il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe, si deve “agire con prudenza, evitando soluzioni drastiche che darebbero il colpo di grazia ai timidi segnali di ripresa”.

Il segretario generale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, ha invece dichiarato che le oltre 500 mila aziende rappresentate dall’associazione “hanno subìto mediamente, durante il primo lockdown, un calo del 60% del fatturato”. Ma, soprattutto, in caso di un lockdown natalizio le perdite sarebbero ancora maggiori: “Per un’impresa su tre – ha aggiunto – sarebbe un colpo da ko. Meglio il coprifuoco rispetto a una serrata”.

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