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Piacenza, i retroscena sui carabinieri: ricevettero un encomio

Emergono sempre più dettagli sulla figura di Peppe Montella, il leader della banda di carabinieri di Piacenza

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha annunciato ieri che è stata “avviata un’inchiesta interna per approfondire se vi sono state criticità nei controlli e nell’organizzazione della realtà territoriale”, in merito ai fatti di Piacenza. Come riporta l’Ansa, il ministro si è rivolto ai militari della caserma di Tor Bella Monaca a Roma, affermando: “Le prime vittime di questi fatti gravissimi siete voi, 110.000 uomini e donne che vestite questa uniforme. Forte sarà il mio impegno affinché vi sia chiarezza”.

Carabinieri arrestati, nel 2018 encomio solenne

La stazione Levante di Piacenza, sequestrata dopo l’arresto dei sei carabinieri che la componevano, nel 2018 ricevette un encomio solenne.

Secondo quanto riporta l’Ansa, alla festa dei Carabinieri il comandante della Legione Emilia-Romagna li premiò “per essersi distinti per il ragguardevole impegno operativo ed istituzionale e per i risultati conseguiti soprattutto nell’attività di contrasto al fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti”.

Carabinieri arrestati a Piacenza, chi è Giuseppe Montella

Sulla vicenda, le indagini si stanno concentrando sul 37enne Giuseppe Montella, detto Peppe, uno dei carabinieri coinvolti, del quale il gip di Piacenza ha rivelato alcuni retroscena. Come riporta l’Ansa, il gip ha descritto così Montella: “La personalità dell’indagato rivela come egli abbia la profonda convinzione di poter tenere qualunque tipo di comportamento, vivendo al di sopra della legge e di ogni regola di convivenza civile”.

Montella, napoletano, è il leader della banda di carabinieri accusati pestaggi, estorsioni, spaccio e tortura, che “non mostra paura di nulla ed è dotato di un carattere particolarmente incline a prendere parte ad azioni pericolose e violente“.

I comportamenti dei militari avrebbero spinto uno dei pusher tenuti in pugno a preferire persino il rimpatrio, non avendo lui i documenti in regola, pur di formalizzare una denuncia e liberarsi quindi dal giogo degli aguzzini.

Il profilo di Montella e i racconti alla famiglia

Montella appare nelle foto su Facebook come un padre affettuoso, gentile nei confronti dei suoi familiari, a cui raccontava quanto accadeva nella caserma. Alla moglie ha raccontato di un’operazione nel corso della quale si era stirato un muscolo rincorrendo uno spacciatore, chiarendo poi: “Amore, però lo abbiamo massacrato“.

Un racconto che ha suscitato interesse nel figlio undicenne, che come riporta l’Ansa ha chiesto al padre maggiori dettagli: “L’hai preso poi? Gliele avete date? Chi eravate? Chi l’ha picchiato?“. Una domanda a cui l’appuntato ha risposto: “Eh, un po’ tutti”.

In merito a un altro arresto di un maghrebino, sempre parlandone con la moglie, il carabiniere ha raccontato: “Questo c’ha fatto penare… Mamma quante mazzate ha pigliato… Abbiamo aspettato là dieci minuti, siamo riusciti a bloccarlo, non parlava, e ha preso subito due-tre schiaffi. Ne ha prese amore… in Caserma, amore! Colava il sangue, sfasciato da tutte le parti. Un ragazzino del ’96. Non ha detto ‘A'”.

Gli obiettivi di Montella e i rapporti coi superiori

L’obiettivo di Montella, secondo quanto emerso e riportato dall’Ansa, era quello di effettuare più arresti possibili in modo da scrollarsi di dosso la responsabilità degli atti illegali che commetteva insieme agli altri, sui quali i superiori erano inclini a chiudere un occhio.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, Montella intratteneva rapporti diretti con il maggiore Stefano Bezzeccheri, ora sottoposto ad obbligo di dimora. Quest’ultimo sembrava particolarmente interessato a contabilizzare più catture possibili, in competizione con le compagnie di Bobbio e Rivergaro. Bezzeccheri avrebbe infatti detto: “A Rivergaro e a Bobbio gli devo fare un c**o così… È una questione di orgoglio, perché mi gira il c**o che gente che rispetto a voi non vale un cazzo fanno i figurini col colonnello, col comandante della Legione, eccetera eccetera”.

Affermazioni a cui Montella avrebbe risposto così: “Io adesso… Vediamo di farne il più possibile, anche prossima settimana, almeno di farne altre tre-quattro”.

Oltre a questo, il vero traguardo dell’appuntato era arrivare a spacciare cocaina. A un altro degli arrestati, Montella ha rivelato: “A me quello che mi interessa è la coca. Se riusciamo… dopo che abbiamo preso due volte, tre volte, quattro volte… se riusciamo ad abbassa’ un po’ il prezzo… sarebbe top”.

Piacenza, una “mela sana” disse “no”: i racconti del carabiniere

Piacenza, caserma sequestrata e carabinieri arrestati: i dettagli Fonte foto: ANSA
Piacenza, caserma sequestrata e carabinieri arrestati: i dettagli
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