Milano, focolaio in palestra: positivo a variante delta vaccinato
Il positivo alla variante delta (la variante indiana del coronavirus) della palestra Virgin Active di Milano aveva già ricevuto due dosi del vaccino
Secondo le autorità sanitarie la palestra del quartiere di Città Studi di Milano dove è scoppiato un focolaio di Covid avrebbe rispettato tutte le norme. Le attività sono subito ripartite dopo la sanificazione, creando anche malumori tra alcuni clienti, come riporta il Corriere della Sera. Sarebbero in tanti a essersi lamentati perché la Virgin Active non avrebbe fatto sapere nulla a chi ha frequentato i corsi di fitness in cui si sarebbero contagiate almeno dieci persone.
A dare la notizia del focolaio sono stati i giornali e non i dirigenti dell’attività, sebbene tutte le persone a rischio siano state subito contattate dagli operatori dell’azienda sanitaria e invitati a sottoporsi al tampone.
Il test sarebbe stato eseguito da ben 140 individui, tra clienti della palestra e i loro contatti stretti. Finora sarebbero emersi solo dieci contagi, e uno dei positivi è stato infettato dalla variante indiana, recentemente rinominata variante delta.
Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, si tratterebbe di una persona che aveva già completato il ciclo con le due dosi di vaccino anti Covid.
L’Ats ha disposto il sequenziamento sugli altri nove per verificare se anche altri siano stati infettati dal pericoloso ceppo del virus, e in settimana dovrebbero arrivare i primi risultati.
Positivi alla variante indiana in Lombardia: quanti sono
Fausto Baldanti, responsabile del laboratorio di Virologia molecolare del Policlinico San Matteo di Pavia, ha spiegato al Corriere della Sera che non è la prima volta che viene rilevata la variante indiana in Lombardia.
“Nella nostra esperienza, da gennaio abbiamo intercettato dodici casi. Tra questi, undici erano viaggiatori di rientro dall’India e uno era un contagio autoctono. Tutti non vaccinati”.
I dati sono stati raccolti con la sorveglianza attiva, ovvero analisi approfondite in seguito alla rilevazione di nuovi cluster. Inoltre una volta al mese l’Iss dispone il sequenziamento a campione sui tamponi positivi per verificare l’incidenza delle varianti tra la popolazione.
L’ultima indagine del 18 maggio ha individuato sei casi di B.1.617.1 e B.1.617.2, dunque di variante delta, con una prevalenza stimata in tutti gli abitanti della regione del 2,5%.
Positivi a varianti del coronavirus dopo il vaccino: il punto
“Sono numeri bassi. E non stupisce l’infezione in un vaccinato. Al San Matteo su 4 mila immunizzati, 33 si sono reinfettati, tutti con variante inglese, e tutti senza sintomi o con sintomi lievi”, ha dichiarato l’esperto.
“È sbagliato abbassare la guardia, ma è altrettanto sbagliato fasciarsi la testa in anticipo”, ha precisato Fausto Baldanti sulle pagine del Corriere della Sera.