Meloni, libraia: "Non vendo il suo libro, scelta etica". Il caso
Alessandra Laterza, titolare di una libreria a Roma, si rifiuta di vendere il libro di Giorgia Meloni: il caso
Alessandra Laterza, titolare della libreria ‘Le Torri’ situata nel quartiere romano di Tor Bella Monaca, si sta rifiutando di vendere il libro ‘Io sono Giorgia’, l’opera edita da Rizzoli e scritta dalla Meloni, leader di Fratelli d’Italia. Laterza, con un post su Facebook, ha così spiegato la sua decisione: “La mia è una scelta etica, io non vendo scarpe o vestiti, ma libri. E vendendo libri, proprio attraverso i libri mi interessa raccontare quello in cui credo”.
E ancora: “Io sono una libraia e questo libro non lo vendo! So scelte, mejo pane e cipolla, che alimentare questo tipo di editoria… alla lotta e al lavoro, il mio è indipendente!”.
Raggiunta dall’AdnKronos, la libraia ha trattato ancor più dettagliatamente la vicenda relativa al suo rifiuto di mettere in vendita il libro suddetto: “Aprire una libreria a Tor Bella Monaca non risponde all’esigenza di vendere solo libri, ma anche di raccontare forma di resistenza civile. Se il pensiero della Meloni non mi rappresenta non vedo perché devo vendere io suo libro e metterlo in vetrina”.
“Questa – prosegue Laterza – è una scelta che nasce anche dal mio sentire: io cerco, attraverso i libri, di raccontare un mondo inclusivo, diverso da quello di certa propaganda politica”. Nel negozio, “non solo si vendono libri, ma proviamo a fornire altri servizi, come i laboratori per i bambini, la musica e le presentazioni di libri con dibattiti”.
“Non che la politica non entri nella mia libreria – precisa -, l’ultima presentazione fatta è quella del volume che racconta la storia di Aurelia Sergi Petroselli (‘Storia Di Una Ragazza Italiana. Aurelia Sergi Petroselli’ di Gaetano Buscemi, ndr), alla quale sono intervenuti Walter Veltroni e Roberto Morassut. Il 19 presentiamo un libro di Cristiana Alicata e parteciperà Alessandro Zan. Sarà l’occasione per riflettere sul ddl Zan contro l’omotransfobia, in cui io credo”.
“Lo confesso – continua – sono più vicina alla sinistra e la propaganda della destra su certi temi non mi interessa. Mi hanno accusato di avere censurato il libro della Meloni, ma è un’accusa sbagliata perché la censura è un’altra cosa. Semplicemente non lo vendo nella mia libreria, chi vuole può comprarlo tranquillamente altrove”.
“Lei – conclude – al bar sotto casa trova sempre le caramelle che le piacciono? Io no, il bar dove vado non le vende. Ora gli faccio causa… Credo che le librerie debbano essere come i Caffè Letterari di una volta che servivano a far riflettere. La mia libreria è come un Caffè Letterario a Tor Bella Monaca, vuole far riflettere”.