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Liliana Resinovich, spunta l'ipotesi remota del congelamento del cadavere: il parere dei periti

Non è esclusa, seppur è ritenuta "remota", l'ipotesi che il cadavere di Liliana Resinovich sia stato congelato

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Liliana Resinovich è deceduta per soffocamento, togliendosi la vita. Su questo punto gli inquirenti hanno pochi dubbi. Caso chiuso? Per ora no perché permangono sulla vicenda dei punti oscuri ancora tutti da decifrare. Tutt’oggi aleggia una fitta coltre di mistero su che cosa abbia fatto la sessantaquattrenne di Trieste, nelle tre settimane precedenti al ritrovamento del suo cadavere. La salma è stata rinvenuta nella boscaglia dell’ex ospedale psichiatrico cittadino il pomeriggio dello scorso 5 gennaio.

L’ipotesi remota del congelamento

Nella perizia della Procura sulla morte della signora Resinovich si allunga persino l’ombra – seppure l’ipotesi è ritenuta al momento “molto remota” – che il cadavere della donna potrebbe essere stato “congelato” e celato in qualche posto prima di essere abbandonato.

Il lavoro del medico legale Fulvio Costantinides e del radiologo Fabio Cavalli — come riferito dal Corriere della Sera che cita Il Piccolo — porta a galla dei dettagli particolari sul ritrovamento del corpo, sui risultati dell’autopsia e sui rilievi della Scientifica.

Il marito di Liliana Resinovich.Fonte foto: ANSA
Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich

Nessun segno di putrefazione del corpo

Della donna si sono perse le tracce il 14 dicembre. Il suo cadavere è stato notato il 5 gennaio. Secondo gli esperti, Liliana sarebbe morta 48 ore prima del rinvenimento della salma, che è stata trovata vestita, all’interno di due sacchi della spazzatura, con due buste di nylon intorno al capo.

L’autopsia ha chiarito che non sono stati riscontrati segni di putrefazione. Ciò significa che la morte della Resinovich sarebbe appunto avvenuta a poco tempo di distanza dal ritrovamento del suo cadavere. E infatti la pista ‘forte’ seguita dalla Procura resta quella del suicidio. Ci sono però domande senza risposte, punti oscuri di non poco conto da decifrare.

Dove ha trascorso le sue ultime tre settimane Liliana? Vagando per i boschi? Facendo qua e là soste di fortuna? Difficile visto che la sua salma è stata rintracciata con indosso giubbotto, felpa, canottiera, biancheria intima e pantaloni puliti e in ordine.

Ci sono poi gli esami autoptici. Nel suo corpo zero tracce di alcol, tantomeno di Losartan e di amiodarone, farmaci contro l’ipertensione e la tachicardia, che assumeva regolarmente. Nello stomaco c’erano caffeina e uvetta, ossia rimasugli di una classica colazione fatta in periodo natalizio.

I misteri del caso Liliana Resinovich

Altri misteri: perché il corpo non era smunto? Perché era depilato nella zona ascellare, nel pube e sulle gambe? Altrimenti detto: Le condizioni igieniche di Liliana erano quelle di una donna curata e pulita e non certo quelle di una persona che avesse vagabondato per giorni.

Alla luce di tutto ciò, i due esperti non escludono, con tutte le cautele del caso, la possibilità del “congelamento”. Naturalmente un simile scenario ne aprirebbe molti altri tra cui le accuse di omicidio e occultamento di cadavere. Secondo questa pista – nel caso, tutta da dimostrare – il decesso si sarebbe consumato “in luogo ignoto e diverso”, con il corpo “poi teoricamente congelato” e trasferito, “a gennaio, nel luogo del rinvenimento”.

I due periti hanno comunque evidenziato che, al momento, non ci sono “elementi specifici per dimostrare un avvenuto congelamento post mortale del cadavere”. Inoltre hanno aggiunto che, se qualcuno avesse dovuto avere a che fare con un corpo congelato, avrebbe avuto bisogno pure di un grande congelatore non facile da reperire, oltre alla “complessità” relativa al procedere nello scongelare il corpo e scaricarlo in tempi rapidi. Misteri su misteri. Resta da far luce su quello più oscuro: cosa ha fatto Liliana dal 14 dicembre in poi?

liliana-resinovich Fonte foto: ANSA
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