Liliana Resinovich e il giallo delle formiche trovate sul corpo e dell'orologio scalfito e fermo alle 9:17
Perché le formiche trovate sul corpo di Liliana Resinovich non l'hanno morsa? E perché l'orologio, dalle lancette ferme, aveva il vetrino lesionato?
In attesa che venga effettuata una nuova autopsia sul corpo di Liliana Resinovich, la redazione di Quarto Grado su Rete 4 ha rievocato due elementi che potrebbero rappresentare dettagli fondamentali per la risoluzione del caso: le formiche trovate nei sacchi neri contenenti il corpo di Liliana e l’orologio della donna, scalfito e le cui lancette si sono fermate alle 9:17.
Le formiche
L’entomologa Fabiola Giusti, consulente del fratello di Liliana, Sergio Resinovich, ha parlato a Quarto Grado esponendo ciò che, a suo giudizio, dimostrerebbe la presenza delle formiche nei sacchi neri utilizzati per avvolgere il corpo della donna.
La consulente ha evidenziato come "non c’era nessun’altra possibilità di accesso delle formiche a quei sacchi se non il boschetto". L’entomologa, dunque, esclude che le formiche siano entrate in un momento successivo.
E ancora: "Quei sacchi sono stati manipolati più e più volte per analisi dattiloscopiche e genetiche e per questa ragione è ragionevole dedurre che in realtà le formiche fossero molte di più".
Quanto tempo Liliana è rimasta nel boschetto
Secondo la consulente, Liliana Resinovich sarebbe rimasta davvero poco nel boschetto: "Dal punto di vista entomologico non è ragionevole pensare che le formiche, se avessero avuto tempo, non avessero lesionato Liliana. Per questo pensiamo che la presenza di formiche e assenza di lesioni ci porta in questa direzione".
Ma c’è anche un altro elemento che spinge la consulente a ritenere che il corpo di Liliana sia rimasto poco nel boschetto: i sacchetti erano perfettamente integri.
"Se pensiamo a quel bosco che è molto popolato da cinghiali, ratti e topi, anche questo ci porta alla direzione di un tempo di giacenza di Liliana breve", ha spiegato Fabiola Giusti. Come infatti erano anche i vestiti, in particolare i pantaloni che non erano stati ricoperti dai sacchi e che sono stati trovati puliti.
"Nella nostra ipotesi – ha spiegato la consulente – quei sacchetti sono stati utilizzati nelle ultime fasi". Cioè, nella fase dell’occultamento del cadavere.
L’orologio
Al momento del suo ritrovamento, Liliana Resinovich indossava al polso destro un orologio rosa in gomma regalatole dal marito Sebastiano Visintin. Le lancette erano ferme alle ore 9:17 e una piccola lesione aveva scalfito il vetro all’altezza delle ore 17:00.
Un’ipotesi è che l’orologio possa avere preso un colpo. Il fratello Sergio è convinto che Liliana sia stata vittima di un’aggressione e che, essendo mancina, abbia utilizzato il braccio destro per proteggersi. Questo, ha argomentato l’uomo, spiegherebbe le tracce ematiche trovate sul volto di Liliana.
Il medico legale che ha esaminato il corpo di Lilly ha indicato la presenza di diversi segni che, pur non essendo la causa del decesso, alimentano molti interrogativi:
- una tumefazione sulla palpebra destra,
- una macchia ematica sulla narice destra,
- un’infiltrazione emorragica sulla lingua e sul labbro inferiore,
- un’altra infiltrazione sopra l’orecchio sinistro,
- delle escoriazioni sull’indice dell’anulare della mano destra.
Per il medico legale consulente di Sergio, si tratterebbe di escoriazioni ed ecchimosi prodotte da un corpo contundente pochi istanti prima che Lilly morisse. L’ipotesi che queste lesioni siano il frutto di un’aggressione trova il disaccordo dei consulenti di Sebastiano, i quali ritengono che la donna potrebbe essersi causata quei segni, giudicati molto deboli, in qualsiasi maniera, magari cadendo nel bosco.
Il giallo, però, si infittisce dal momento che i pantaloni della donna sono stati trovati puliti. Circostanza, questa, non compatibile con l’ipotesi della caduta.
Tutti questi elementi sono stati presi in considerazione per datare la morte di Liliana Resinovich.