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Leopolda 2021, secondo giorno: Renzi a briglie sciolte su caso Open, elezioni politiche e sfida al Quirinale

Secondo giorno della kermesse fiorentina di Italia Viva: Renzi parla dell'idea di un "grande centro", del post-Mattarella e del caso Open

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Durante la seconda giornata della Leopolda, la kermesse di Italia Viva a Firenze, il leader del partito Matteo Renzi ha toccato diversi temi, spaziando dal caso Open e accennando alle prossime elezioni politiche. “Non riesco a capire come alle prossime elezioni politiche potremo andare divisi, mi sembra impossibile”, ha detto Renzi, salutando il deputato di Azione Enrico Costa, intervenuto sul palco.

L’idea di un “grande centro”

Si fa strada l’idea di un “grande centro” verso cui far confluire un “profilo riformista, europeista, che sia contro il sovranismo”. Da lì partirebbe la corsa al Colle, per il post-Mattarella. Ma sui nomi Renzi non si è sbilanciato.

L’idea dei renziani, come riporta l’Ansa, è che al Quirinale debba salire un nome che piaccia a tutte le forze di maggioranza, ma senza essere troppo vicino a un partito in particolare. Per questo nomi come quello di Paolo Gentiloni, in quota Pd, sono da escludere.

Si allontana anche l’idea di Berlusconi, mentre sembra più papabile il nome della ministra della Giustizia Marta Cartabia. Quanto al premier Mario Draghi, per i renziani è una scelta che spetta a lui, anche se il pensiero comune è che stia meglio a Palazzo Chigi fino al 2023.

Il 2023, l’anno delle prossime elezioni politiche, potrebbe essere il momento giusto per un’alleanza centrista, anche se alcuni protagonisti della politica come Beppe Sala sono poco fiduciosi nei confronti di un partito di centro.

Renzi sul caso Open

Sul caso Open, Renzi non ha risparmiato attacchi durissimi: “Chi non ha niente da temere, deve fare un bel sospirone di pazienza ma quando non c’è reato, sono gli altri a dover preoccuparsi. Noi non abbiamo violato nessuna legge, sono altri che hanno violato la legge”.

“Io non ho violato leggi – ha aggiunto Renzi – non ho rubato un centesimo. Spero che gli altri, a partire dagli inquirenti, non lo abbiano fatto. Io penso che abbiano violato la Costituzione”.

“Secondo il pm – ha proseguito Renzi – la fondazione in realtà si colloca nell’ambito del finanziamenti ai partiti. Cosa succede? Se i soldi vanno a una fondazione sono rendicontati con un modulo A, se a un partito con un modulo B. Noi avremmo avuto tutto l’interesse a farlo come partito perché avremmo avuto sgravi fiscali”.

“Tutto questo lo dico per andare al punto: nei paesi democratici le forme della politica le decide il Parlamento e non i magistrati. Perché se è il giudice penale a decidere cosa è un partito e cosa no, la libertà democratica è a rischio“, ha concluso Renzi.

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