La riforma fiscale del governo Meloni: Ires e nuove aliquote Irpef, come cambiano le tasse e chi ci guadagna
Nei prossimi giorni arriverà in Consiglio dei ministri il progetto di legge delega sulla riforma del Fisco: prevista la riduzione delle aliquote Irpef
Dopo mesi di lavoro, il progetto di legge delega sulla riforma fiscale sembra arrivato a buon punto, tanto che secondo il viceministro all’Economia Maurizio Leo arriverà in Consiglio dei ministri a metà marzo. Vediamo dunque come cambierà il fisco italiano con la riforma del governo Meloni, secondo quanto emerso finora. I primi provvedimenti dovrebbero riguardare la riduzione delle aliquote Irpef, la revisione dell’Ires, la tassa sulle imprese, e una sforbiciata alle varie agevolazioni e detrazioni.
- Cambiano le aliquote Irpef
- Nuove aliquote Irpef, chi ci guadagna
- Tagli alle detrazioni
- Novità per Ires e controlli
Cambiano le aliquote Irpef
La novità principale della riforma fiscale 2023 per tanti italiani sarà la riduzione delle aliquote Irpef, con il passaggio da quattro a tre scaglioni di reddito. Già lo scorso anno il premier Mario Draghi aveva messo mano alla principale imposta dello Stato che garantisce quasi la metà delle sue entrate, e che grava quasi esclusivamente sui lavoratori dipendenti.
Nel 2022 si era passati dalle cinque aliquote alle quattro di oggi:
- fino a 15 mila euro di reddito imponibile, con un prelievo del 23%;
- da 15 a 28 mila euro, con aliquota del 25%;
- da 28 a 50 mila euro l’aliquota è al 35%;
- oltre i 50 mila l’aliquota è al 43%.
L’ipotesi principale vede una riduzione a tre aliquote Irpef, con la fusione tra i due scaglioni centrali. Le due fasce con aliquote fissate oggi al 25% e al 35% andrebbero in uno scaglione unico con una percentuale di prelievo attorno al 28%.
Nuove aliquote Irpef, chi ci guadagna
Con i tre nuovi scaglioni della tassa sui redditi delle persone fisiche, chi oggi guadagna tra i 15 mila e i 28 mila euro finirà con il pagare il 2-3% di tasse in più, percependo quindi uno stipendio netto inferiore.
Mentre ci guadagnerà chi ha un reddito tra i 28 e i 50 mila euro. Ad esempio, secondo i primi calcoli, con un reddito di 35 mila si avrà un taglio delle tasse pari a 400 euro all’anno.
Secondo i dati del Mef, nel 2022 l’Irpef ha portato alle casse dell’erario 205,8 miliardi di euro, su un totale di entrate tributarie di 544,5 miliardi. Gran parte del gettito Irpef, 166,6 miliardi, arriva dai lavoratori dipendenti, pubblici e privati.
Tagli alle detrazioni
La riduzione degli scaglioni Irpef porterà a una riduzione del carico fiscale e minori entrate per le casse dello Stato. Il governo Draghi ha coperto con 7 miliardi la precedente riduzione delle aliquote.
Da quanto emerso, il piano del governo Meloni per recuperare il mancato gettito punterà ad una netta sforbiciata delle varie agevolazioni, detrazioni e deduzioni fiscali. Come ha ricordato il viceministro Leo, le oltre 600 agevolazioni fiscali esistenti valgono circa 156 miliardi di mancate entrate.
Da una revisione e un taglio di queste voci dovrebbero quindi arrivare i miliardi necessari a coprire le mancate entrate.
Novità per Ires e controlli
Con la riforma fiscale dovrebbe inoltre arrivare una revisione dell’imposta sui redditi delle società, l’Ires. L’aliquota di base dovrebbe restare al 24%, ma con riduzioni fino al 15% se l’impresa, invece di distribuire gli utili agli azionisti, li impiega nel biennio successivo in investimenti innovativi, brevetti e o per assumere i disoccupati più ai margini del mercato del lavoro.
Oltre alla nuova Ires, all’inizio del 2024 potrebbe entrare in vigore anche la “Global minimum tax” sulle multinazionali.
Nel mirino del governo c’è anche una revisione delle procedure di accertamento fiscale che punta alla semplificazione dei rapporti delle aziende con il Fisco. Per le piccole aziende ci sarà il concordato preventivo biennale, mentre per le grandi il governo pensa di allargare l’area della cosiddetta “cooperative compliance”.