La moglie di Zelensky a Porta a Porta, testimonianza agghiacciante: i bimbi rubati e la paura di morire
La moglie di Volodymyr Zelensky intervistata da Bruno Vespa: la testimonianza della first lady ucraina
Olena Zelenska, la moglie del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, non se ne è andata dal suo Paese, nonostante la guerra, nonostante i pericoli. Intervistata da Bruno Vespa a Porta a Porta (Rai Uno), ha offerto la sua testimonianza di quel che sta accadendo al fronte. “Quando tornerà la pace? Anche io vorrei saperlo. Ogni giorno, noi tutti pensiamo solo a questo. Dipende da quanti aiuti ci danno gli altri Paesi”, ha subito sottolineato.
- "Dal 24 febbraio una croce sopra la nostra vita di pace"
- Olena Zelenska: "Sì, ho avuto paura di morire come qualsiasi persona"
- "Bucha e Mariupol possono verificarsi anche in altri Paesi"
- L'allarme sui bimbi rapiti e le parole sulla Nato
“Dal 24 febbraio una croce sopra la nostra vita di pace”
“La notte del 24 febbraio“, ossia la data in cui la Russia ha invaso l’Ucraina, “ha messo una croce sopra la nostra vita di pace. La parola choc è sicuramente quella che caratterizza al meglio le mie emozioni”. “Stavamo dormendo – ha ricordato la first lady ucraina – nei nostri letti tranquilli, quando abbiamo sentito le prime esplosioni. Non ricordo il primo pensiero, ma erano sicuramente i pensieri più drammatici della mia vita. Mio marito mi ha detto solo una parola: ‘è iniziato'”.
Appena è scoppiato il conflitto, ha aggiunto, “ho chiesto a mio marito cosa dovevo fare con i nostri bambini e lui ha detto: ‘vi telefonerò’. In questo momento però, non sto pensando non solo ai miei figli ma a tutti i bambini dell’Ucraina perché non c’è un posto che sia sicuro al 100%”.
Zelenska ha insistito sul discorso dei piccini: “Non vorrei essere al posto dei bambini ai quali è stato tolta la gioventù e l’infanzia. I bambini vivono e vedono tutto, e hanno la stessa paura degli adulti. Si mettono a letto con la speranza di svegliarsi la mattina“. Per un attimo la first lady ha poi virato sui suoi affetti più cari, i suoi figli appunto, una femmina di 17 anni e un bimbo di 9.
“I miei figli – ha raccontato – hanno un atteggiamento diverso, lei è femmina e lui è maschio, il piccolo è preso dai discorsi delle armi, parla di come lui diventerà un giorno il primo difensore dell’Ucraina, lui è più militarizzato, lei si dedica più ai sogni. In famiglia, io e mio marito abbiamo un rapporto alla pari, mentre con i bambini lui è una specie di plastilina, i bambini ne fanno ciò che vogliono”.
Olena Zelenska: “Sì, ho avuto paura di morire come qualsiasi persona”
“Se ho avuto paura di morire? Qualsiasi persona ha paura di morire – ha sottolineato -. Io ho sempre guardato con sospetto le persone che non hanno paura di morire, se non ne hai paura non hai paura nemmeno della morte degli altri. Questa è la differenza tra noi e i russi: per noi ogni vita è preziosa”.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky
“Loro sono molto più numerosi, ma il nostro spirito è molto più forte”, ha assicurato la first lady che ha poi confessato che sia lei sia il marito hanno avuto più occasioni per lasciare il Paese. Nonostante ciò, hanno deciso di rimanere vicini al loro popolo.
“Ci sono state proposte di andare all’estero fin dai primi giorni – ha confidato -, molti colleghi e amici ci hanno offerto il loro aiuto, di ospitarci. Ma mi sento più tranquilla qui, non mi sono mai pentita di non essere andata all’estero“. Zelensky non le ha mia detto di andarsene via, per il semplice motivo che già conosceva la risposta: “Mio marito non ce lo ha mai proposto perché sapeva che non avrei mai accettato. Lui non si sarebbe mai spostato e sapeva che io devo dargli il mio sostegno”, ha spiegato.
In questi mesi non sono mancati ovviamente momenti di sconforto e giorni difficili. L’attimo più duro, ha spiegato sempre la first lady, “è stato quando ho capito che potevo non rivedere più i mei cari. Ho avuto un momento di debolezza e ho pianto, poi ho capito che dovevo resistere”.
“Bucha e Mariupol possono verificarsi anche in altri Paesi”
“La prima e l’ultima cosa che facciamo tutti noi ucraini è quella di guardare le notizie – ha aggiunto -. L’attesa nel sapere che possono essere colpiti centri residenziali, palazzi, è terribile, abbiamo paura di metterci a dormire e non svegliarci più”.
Zelenska ha anche lanciato un appello agli altri Paesi, augurandosi che non ci si “stanchi di questa guerra. Perché Bucha e Mariupol possono verificarsi in altri Paesi. Vorrei ringraziare molto gli italiani che hanno accolto così tanti ucraini nella propria terra e sono così ospitali. Grazie per esserci così vicini, lo sentiamo davvero”.
L’allarme sui bimbi rapiti e le parole sulla Nato
“I russi – ha raccontato sempre la first lady – stanno rubando i nostri bambini, hanno cambiato la loro legislazione per poter permettere alle loro famiglie di adottare più facilmente i bambini ucraini. Per noi questo è un crimine, e cerchiamo di parlarne in tutte le sedi”.
Infine il capitolo relativo al sostegno della Nato e dei Paesi occidentali. “Io – ha scandito – vorrei credere che sia non tanto per sempre, ma che sia una cosa forte oggi. Noi per qualche mese abbiamo chiesto di chiudere il cielo sopra l’Ucraina per non vedere morire i bambini ucraini e purtroppo questo non è stato fatto. Non è necessario che sia ‘sempre’: meglio, potentemente e oggi”.