L'Italia ripudia la guerra? A chi vende le armi e quanto guadagna: così funziona il business
Vendita di armi: con chi fa affari l'Italia, quanto spende e quanto guadagna. Così funziona l'export del Bel Paese
La guerra tra Ucraina e Russia ha innescato una nuova corsa agli armamenti. Non solo: a livello di opinione pubblica, in diversi paesi occidentali tra cui l’Italia, ha dato nuova linfa al dibattitto che vede contrapposti coloro che reputano giusto spedire armi all’esercito di Kiev e coloro che credono che ciò sia un errore e un ostacolo per il raggiungimento della pace. Ma quanto spende e quanto guadagna l’Italia nel settore militare? Il Governo ha pubblicato i documenti sul business relativo al 2021, che è stato un anno record per l’industria degli armamenti nel mondo.
- Armi, import-export: quanto guadagna l'Italia
- A quali paesi vende le armi l'Italia?
- Quali sono le armi vendute dall'Italia
- Italia, quali sono le società che esportano più armi?
- Vendita di armi: chi spende di più a livello globale
Armi, import-export: quanto guadagna l’Italia
Per quel che riguarda l’Italia, c’è un saldo ampiamente positivo tra esportazioni e importazioni. Secondo il report del Governo, nel 2021 il Bel Paese ha esportato armi per un valore complessivo di 4,6 miliardi di euro, mentre ne ha importate per 679 milioni di euro.
Il valore delle esportazioni è di poco calato rispetto al 2020, anno in cui sono state commerciate armi per 4,7 miliardi di euro. Nel 2019 e nel 2018, invece, il valore è stato per entrambi gli anni superiore ai 5 miliardi. Il record di quasi 15 miliardi lo si è avuto nel 2016, mentre nel 2017 le esportazioni sono state pari a circa 10,3 miliardi.
A quali paesi vende le armi l’Italia?
Nel 2021 l’Italia ha venduto armi a 92 Paesi. Più della metà di questi erano dell’Unione Europea e/o della Nato (il 52% del totale): questo dato supera il 50% per la prima volta dal 2016. La metà di queste operazioni è stata chiusa con dei paesi della Nato, in particolare con gli Stati Uniti, il Regno Unito, il Canada, la Norvegia, la Turchia, l’Albania e la Macedonia del Nord.
Tra i primi Paesi a cui l’Italia vende armi c’è anche il Qatar, che, rispetto al 2020, subentra al posto dell’Egitto, slittato al 18esimo posto. A livello di macro-aree, l’Africa Settentrionale e il Vicino e Medio Oriente perdono, dopo diversi anni, la prima posizione, ora ricoperta dai Paesi Europei membri Ue o Nato.
In aumento anche le esportazioni in America Settentrionale, che consolida la terza posizione, seguita dall’Asia. In Europa, salgono in graduatoria Francia, Germania e Paesi Bassi (questi ultimi, ora sesti, erano tredicesimi nel 2020), mentre perdono posizioni il Regno Unito (dalla terza alla settima posizione) e Spagna (dalla dodicesima alla diciannovesima). A livello globale risale il Pakistan (29mo nel 2020). Hanno invece fatto il loro ingresso tra i primi 15 mercati Filippine e Malaysia. Questa la lista dei primi 25 paesi:
Da segnalare che nel 2021 l’Italia ha anche venduto per circa 91mila euro un generico “apparecchiature elettroniche” all’Ucraina.
Quali sono le armi vendute dall’Italia
Nel 2021 la categoria “materiali” è la più venduta, sia per valore complessivo sia per numero di articoli (79%). A seguire nelle esportazioni ci sono le voci “ricambi” (11%), “servizi” (4,8%) e “tecnologie” (4,6%). Per quel che concerne i materiali, gli aerei sono i più venduti (per quasi 1,2 miliardi di euro), seguiti da veicoli terrestri (890 milioni), bombe, siluri, razzi e missili per 515 milioni di euro.
Tra gli aerei i sei M346 sono stati l’articolo più esportato, per un valore totale di vendita di 366 mln: sono mezzi utili per l’addestramento avanzato dei piloti militari. Attualmente lo utilizzano Italia, Repubblica di Singapore, Israele e Polonia.
I mezzi terrestri più venduti (per 535 mln di euro) sono i blindati anfibi Superav 8X8, con le relative attrezzature. Nella categoria “Bombe, siluri, razzi, missili ed accessori” (per 516 mln), ci sono componenti del sistema missilistico Albatros NG SE (88 mln), 520 propulsori per missili Aster 30 (84 mln), 4 batterie costiere (30 mln), 11 siluri leggeri MU 90 (27 mln), 25 teste di siluro pesante Black Shark (25 mln), 978 bombe MK 82 (18 mln), componenti per missili Metor (18 mln). Infine, nelle “Munizioni” (186 mln di euro), l’articolo più esportato è la bomba da mortaio: ne sono stati venduti 47.400 pezzi per 71 mln di euro.
Italia, quali sono le società che esportano più armi?
Le prime due società esportatrici del 2021, che rappresentano il 67% dell’export totale, sono Leonardo (43,4%) e Iveco Defence Vehicles (23,4%). Terzo posto per MBDA Italia (5,1%) e medaglia di legno per GE. Avio (3,8%).
Vendita di armi: chi spende di più a livello globale
A livello globale, nel 2021 la spesa militare ha avuto un incremento dello 0,7%, sfondando il muro dei 2mila miliardi di dollari. Secondo i dati pubblicati dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI), nel 2021 i paesi che hanno investito di più sono stati Stati Uniti, Cina, India, Regno Unito e Russia, che insieme inglobano il 62% della spesa totale.
Se si mettono in relazione i dati del Pil e della spesa militare, emerge che la Russia ha aumentato le sue spese militari del 2,9% nel 2021, stanziando 65,9 miliardi di dollari. La spesa militare di Mosca ha raggiunto il 4,1% del Pil nel 2021.
Se si guarda agli Usa, la spesa militare statunitense è stata di 801 miliardi di dollari nel 2021, in calo dell’1,4% rispetto all’anno precedente. Mettendola in correlazione al Pil, è stata inferiore a quella russa ed è lievemente diminuita, passando dal 3,7% nel 2020 al 3,5% nel 2021.
Spostandosi in oriente, La Cina spicca come il secondo paese che spende più al mondo in armi. Pechino ha investito circa 293 miliardi di dollari per le sue forze armate nel 2021, con un aumento del 4,7% rispetto al 2020. La spesa militare cinese è in aumento da 27 anni consecutivi.
SONDAGGIO – L’Italia invia armi all’Ucraina: pensi che sia una decisione giusta o sbagliata?