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Il discorso di Donald Trump dai migranti ai dazi fino a Cina e Putin: cos'ha davvero in mente il presidente

Gianluca Pastori, docente dell'Università Cattolica, analizza il discorso di Donald Trump: migranti, dazi e Cina, quali sono i piani del presidente Usa

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Il Golfo del Messico ribattezzato Golfo d’America, l’uscita dagli accordi sul clima e dall’Oms, il salvataggio di TikTok. Ma anche migranti, dazi e rapporti con Cina e Putin. Il discorso di Donald Trump, 47° presidente Usa, ha toccato tantissimi punti. Ma cosa pensa davvero il nuovo-vecchio inquilino della Casa Bianca? L’intervista a Gianluca Pastori, docente di Storia delle relazioni internazionali nel Master in Diplomacy (già Master in International Affairs) dell’ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale e ordinario all’Università Cattolica di Milano.

Da Giorgia Meloni a Elon Musk, chi c’era al giuramento di Trump

Tra i leader stranieri in prima fila sono spiccati i nomi e i volti della presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni (unica leader europea) e dell’argentino Javier Milei.

Tra gli imprenditori, invece, Mark Zuckerberg e la moglie Priscilla Chan, Jeff Bezos e la fidanzata Lauren Sanchez ed Elon Musk, ossia i miliardari più ricchi al mondo.

donald trump discorso presidente usaFonte foto: ANSA
Donald Trump all’Inauguration Day

Invitato anche Bernard Arnault, il patron di LVMH e in vetta alla classifica dei più facoltosi in Francia, come ha sottolineato il New York Times.

Il discorso di Donald Trump: “L’età dell’oro inizia oggi”

“L’età dell’oro degli Stati Uniti inizia oggi”, ha affermato Donald Trump nel suo discorso, rivolgendosi anche, tra gli altri, agli ex presidenti Barak Obama e Joe Biden.

America first”, ha ribadito, sottolineando che “torno alla presidenza con ottimismo, è arrivata un’ondata di cambiamento e gli Stati Uniti hanno l’opportunità di coglierla. Ci saranno molte sfide, dovremo far fronte a numerose difficoltà, come altri nel mondo”.

Trump ha puntato il dito contro quello che ha definito “l’establishment corrotto”, parlando di un “catalogo di eventi catastrofici all’estero”.

Centrale, poi, il tema dell’immigrazione, collegata alla criminalità.

L’intervista a Gianluca Pastori

Giorgia Meloni è stata l’unica capo di Governo europea, segno di un rapporto privilegiato con il neoeletto presidente Trump?

“Giorgia Meloni ha cercato di costruire un rapporto privilegiato con Trump. Il fatto che sia stata l’unico capo di Governo presente all’inaugurazione può rappresentare una conferma. D’altro canto non dobbiamo dimenticare che comunque l’Italia ha una serie di concorrenti importanti in Europa, per diventare il referente, sempre che Trump ne voglia uno”.

Proprio nel giorno dell’insediamento è arrivato l’annuncio della firma di un ordine esecutivo per mettere al bando quella che viene definita “l’ideologia gender”. Un gesto dal forte messaggio di discontinuità…

“Certamente. Questa discontinuità è stata presente un po’ in tutto il discorso di insediamento. Ma rappresenta anche una strizzata d’occhio – se non qualcosa di più – all’elettorato religioso, che ha costituito una componente importante nella vittoria di Donald Trump dello scorso novembre”.

Tra le prime azioni è sul fronte immigrazione: Trump seguirà davvero la linea del pugno di ferro contro gli ingressi illegali?

“Tra gli ordini esecutivi che Trump firmerà nelle prossime ore, quelli relativi al tema dell’immigrazione avranno senz’altro una parte importante. Il neo presidente l’ha definita un’emergenza nazionale, ha parlato di militarizzare il confine, quindi non potrà non agire su questo fronte. L’interrogativo è se questa priorità sarà sostenuta nel lungo periodo e, soprattutto, se e cosa il sistema giudiziario farà per smantellare le politiche dell’Amministrazione in questo ambito. Non dimentichiamo, infatti, che già quattro anni fa proprio le corti di giustizia agirono molto per limitare gli obiettivi e le ambizioni della prima Amministrazione Trump negli Stati Uniti”.

Sul fronte economico, l’Unione europea si preoccupa soprattutto dei dazi. Durante il primo mandato avevano colpito solo alcuni settori industriali, come quello dell’acciaio. C’è da temere che possano essere maggiori nei prossimi 4 anni?

“Sicuramente sì. Trump ha già ventilato una blank tariff, un dazio universale tra il 10 e il 20% su tutte le importazioni statunitensi, dunque anche quelle europee. Quindi ce da aspettarsi una conferma e le politiche commerciali saranno uno dei nodi più complicati da gestire nei rapporti tra USA ed Europa nei prossimi quattro anni”.

Quanto al versante dell’Indo-Pacifico, molto caldo, in realtà al momento i rapporti con la Cina di Xi Jinping sembrano improntati al dialogo. Pensa possa esserci meno attrito rispetto a quanto avvenuto con l’Amministrazione Biden, specie per quanto riguarda Taiwan?

“Nei rapporti con la Cina Trump è un opportunista, sa bene che non può permettersi una guerra a 360° con Pechino e che in alcuni ambiti dei margini di collaborazione dovranno essere trovati. Quindi c’è aspettarsi sicuramente un dialogo, o almeno un dialogo limitato. Però attendiamoci anche dei momenti di forte tensione su quelli che la nuova Amministrazione americana considera punti critici, in particolare sul commercio, l’economia e la tecnologia. Non ritengo comunque probabile un abbandono completo di Taiwan, proprio perché non solo rappresenta una issue, una questione territoriale importante, ma anche sul fronte proprio della possibile, futura competizione tecnologica tra Cina e USA”.

Donald Trump giura come 47esimo presidente Usa, le immagini della cerimonia Fonte foto: ANSA
Donald Trump giura come 47esimo presidente Usa, le immagini della cerimonia
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