I sospetti di Lollobrigida per le inchieste su Santanchè e La Russa: "Morto Berlusconi attaccano noi di FdI"
Il ministro dell'Agricoltura sostiene una teoria del complotto in atto contro Fratelli d'Italia dopo la morte di Berlusconi
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ritiene sospette le tempistiche con cui sono usciti i recenti scandali che vedono coinvolti dal punto di vista giudiziario Santanchè, Delmastro e La Russa con suo figlio. Uno scadenzario preciso che ha portato il fedelissimo della Meloni a tirare in ballo anche il compianto Silvio Berlusconi.
L’attacco a FdI
I sospetti di Lollobrigida, cognato della premier Giorgia Meloni, si sono palesati all’ennesima inchiesta che ha coinvolto uomini, o donne, del Governo. Come se la magistratura avesse deciso di prendere di mira Fratelli d’Italia.
Santanchè, Delmastro e La Russa, attraverso lo scandalo che ha coinvolto il figlio Leonardo Apache, sarebbero infatti le vittime dell’attacco che mirerebbe a indebolire il partito leader in Italia. “Devo dire che c’è uno scadenzario di inchieste della magistratura piuttosto sospetto” ha detto Lollobrigida, intervenuto a Palazzo Chigi per presentare la carata “Dedicata a te”.
I sospetti
E nel parlare delle inchieste che di recente hanno visto coinvolti esponenti di spicco del partito, Lollobrigida si è anche sbilanciato tirando in ballo Silvio Berlusconi. A un mese dalla scomparsa del Cavaliere, infatti, il ministro ha spiegato che la sua morte avrebbe aperto le porte alla persecuzione di FdI.
“Diciamo che se fino a oggi tutte le energie dei magistrati si erano concentrate per andare a colpire Silvio Berlusconi, adesso che lui non c’è più, quelle energie si sono liberate nei nostri confronti” ha detto.
Cosa pensa il Governo
Ma le parole di Lollobrigida dimostrano ancora una volta che nel governo ci sono due linee nel rapporto con la giustizia. Da una parte c’è proprio quella dei fedelissimi della premier, come Lollobrigida, che vogliono rispondere a muso duro alla magistratura gridando al complotto.
C’è però anche l’ala più moderata rappresentata dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, che in queste ore ha mediato con il Quirinale e con l’Associazione Nazionale Magistrati per arrivare a una sorta di pacificazione. E la palla passa anche alla premier Giorgia Meloni, che nelle prossime ore sarà chiamata a parlare con i suoi al termine del vertice di Vilnius in Lituania per provare ad abbassare i toni con i magistrati dopo la velina di Palazzo Chigi in cui si attaccavano i pm per fare “opposizione al governo” .