Guerra in Ucraina, gli Stati Uniti sapevano del conflitto già a dicembre? Paura anche per Moldavia e Georgia
Gli americani hanno iniziato ad armare l'Ucraina quasi tre mesi fa, e la Nato ora è preoccupato per le mire espansionistiche di Mosca in altri Paesi
Gli Stati Uniti avrebbero iniziaro ad armare l’Ucraina già agli inizi di dicembre 2021, quasi tre mesi prima dell’inizio del conflitto con la Russia. Lo riporta il Washington Post, che cita alcuni documenti riservati che contengono l’elenco delle consegne effettuate di armi e attrezzature utili per il combattimento all’interno di aree urbane. A oggi gli Usa hanno inviato a Est circa il 70% delle armi previste nel pacchetto di aiuti da 350 milioni di dollari approvato da Joe Biden.
Guerra in Ucraina, da dove passano le armi della Nato
Le armi americane passano dalla Polonia e dalla Romania, per poi essere spedite, via terra, in Ucraina occidenale e da lì essere distribuite su tutto il territorio. Nell’ultima settimana le consegne sono aumentate notevolmente, includendo per la prima volta i missili Stinger.
Durante una visita a sorpresa, il capo di stato maggiore congiunto dele forze armate americane Mark Milley ha ispezionato l’operazione di trasferimento delle armi, incontrando le truppe e il personale di 22 Paesi che si occupa di scaricare le armi e consegnarle ai militari ucraini.
Perché l’Occidente è contrario a una no fly zone in Ucraina
Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha rifiutato ancora la proposta che riguarda l’istituzione di una no fly zone proposta dall’Ucraina, ovvero dell’interdizione agli avversari dello spazio aereo ucraino.
Si tratterebbe infatti di un’azione offensiva, e non difensiva. La misura, che può essere presa dall’Onu, dalla Nato, dall’Unione Europea o dai singoli Paesi, prevede infatti il monitoraggio dei cieli e l’abbattimento dei velivoli nemici che rompono il divieto.
“Avrebbe effetti devastanti sull’Europa“, ha spiegato Luigi Di Maio a margine della riunione tra i ministri degli Esteri del G7 a Bruxelles, confermando però la volontà dei Paesi più potenti del mondo di emanare “severe misure in risposta all’aggressione russa”.
Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato.
Anche Georgia, Moldavia e Bosnia nel mirino della Russia?
Nel mentre cresce la preoccupazione dell’Occidente per la possibile espansione della crisi alla Georgia e alla Moldavia, dove la Russia vanta interessi simili a quelli di Crimea e delle repubbliche del Donbass in Ucraina, e perfino alla Bosnia. Che potrebbe portare a una Terza Guerra Mondiale, come spiegato qui.
Si tratta di Paesi esposti “a ulteriori interventi, sovversione e potenzialmente anche ad attacchi da parte delle forze armate russe”, ha spiegato Jens Stoltenberg, ricordando che nella parte orientale della Moldavia, nell’autoproclamata Repubblica di Transnistria, staziona da anni l’esercito di Mosca.
Al summit di Bruxelles erano presenti anche i ministri degli Esteri di Svezia e Finlandia, minacciate dalla Russia, con cui la cooperazione “è stata rafforzata”, come ha spiegato il segretario generale della Nato, ribadendo che il Patto Atlantico proteggerà i suoi alleati. “Non cerchiamo il conflitto ma se il conflitto viene da noi siamo pronti”, ha avvertito.