Governo, Renzi scrive a Conte: le condizioni per evitare la crisi
Il senatore e leader di Italia Viva scrive al presidente del Consiglio Conte anticipando i temi sul tavolo poche ore prima del vertice
Nonostante l’incontro programmato tra poche ore, Matteo Renzi scrive una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, riportata da Repubblica. Dopo giorni di bordate all’esecutivo il senatore di Rignano pone due condizioni essenziali per scongiurare definitivamente una crisi di governo minacciata nelle sue ultime uscite: il sì al Mes sanitario da 36 miliardi e l’affidamento della delega sui servizi segreti a una persona che non sia lo stesso premier.
“In questi giorni la linea ufficiale che viene dal Palazzo dice che “quelli di Italia Viva” vogliono le poltrone. È il populismo applicato alla comunicazione, ma è soprattutto una grande bugia”, comincia così la sua lettera Matteo Renzi.
Le critiche dell’ex premier dirette all’attuale primo ministro riprendono diversi punti della contesa politica, a partire dalle risorse europee del Recovery Fund: “Quando un Paese può spendere 209 miliardi di euro non si organizzano task force cui dare poteri sostitutivi rispetto al Governo. Perché questi 200 miliardi di euro sono l’ultima chance che abbiamo. Come nota acutamente Mario Draghi: “Il problema è peggiore di quello che appare e le autorità devono agire urgentemente””.
Dalla gestione dell’emergenza Covid-19 alla sostenibilità ambientale, dal lavoro (difendendo il jobs act) alla digitalizzazione, sono moltissimi i temi sollevati da Matteo Renzi nella sua lettera rivolta a Conte.
“In discussione sono le idee non gli incarichi di governo. Teresa, Elena e Ivan sono pronti a dimettersi domani se serve“, scrive il senatore dice in riferimento alle possibili dimissioni delle ministre di Italia Viva Bellanova e Bonetti, e del sottosegretario agli Esteri Scalfarotto, minacciate nelle ultime ore.
Infine l’ex premier sottolinea una questione meno in vista rispetto ad altri argomenti, ma altrettanto rilevante per la tenuta della maggioranza: i servizi segreti.
“Ti abbiamo detto che abbiamo fatto un governo per evitare i pieni poteri a Salvini, non li affideremo ad altri. L’insistenza con cui non ti apri a un confronto di maggioranza sul ruolo dell’autorità delegata è inspiegabile. L’intelligence appartiene a tutti, non è la struttura privata di qualcuno”. Qui, arriva la condizione impossibile: “Ti chiediamo di indicare un nome autorevole. Non puoi lavorare con te stesso anche in questo settore”