Governo impugna la sentenza della giudice di Catania sui migranti dopo le critiche della premier Meloni
Il governo Meloni impugnerà la sentenza di Catania sui tre migranti tunisini. I togati difendono la giudice Apostolico: "È delegittimazione"
È aperto lo scontro tra governo Meloni e magistrati, dopo la decisione della giudice Iolanda Apostolico di accettare il ricorso di tre migranti provenienti dalla Tunisia. La magistrata si è tirata fuori dalle polemiche, definendo la questione giuridica, non politica o personale. Diversamente il governo, attraverso la voce indignata della premier, se la prende con “quel pezzo di Italia che fa tutto il possibile per favorire l’immigrazione illegale”. Il ministro dell’Interno Piantedosi ha risposto di voler impugnare la sentenza di Catania.
- Procedura di impugnazione
- Raccolta firme per tutela giudice di Catania
- Fact checking sulle accuse di Meloni
Procedura di impugnazione
Per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi “ci sono le condizioni per impugnare la sentenza di Catania”. Così come la stessa giudice Iolanda Apostolico aveva spiegato, il suo provvedimento è impugnabile con ricorso in Cassazione.
La magistrata ha quindi svolto il suo lavoro e deciso di non convalidare il trattenimento di tre migranti, accogliendo il ricorso degli stessi sulla base di due articoli della Costituzione italiana, oltre che alla normativa comunitaria. Ha quindi ribadito, prima di chiudere i social: “Non si deve trasformare una questione giuridica in una vicenda personale”.
Sentenza di Catania impugnata dal governo Meloni, il ministro Piantedosi è sereno
Raccolta firme per tutela giudice di Catania
Sulla buona fede della magistrata Apostolico, sulla quale si sta indagando a rischio di screditare la sua professione, sono intervenuti dieci togati. È stata organizzata una raccolta firme per una pratica di tutela della giudice, finita nella bufera per aver accolto il ricorso dei tre migranti richiedenti asilo. Il documento parla di “autentici attacchi all’autonomia della magistratura” da parte di esponenti della maggioranza e persino dalla presidente del Consiglio. Si tratta, continua il documento, di una “grave delegittimazione professionale”.
Nel testo della pratica di tutela si legge: “A prescindere da ogni valutazione nel merito dell’atto in questione, l’accusa ai magistrati, con riferimento al contenuto di un provvedimento giurisdizionale, di essere ‘nemici della sicurezza della Nazione (…) un ostacolo alla difesa dell’ordine pubblico (…e di) scagliarsi contro i provvedimenti di un Governo democraticamente eletto’ pone in discussione la funzione stessa della giurisdizione in uno Stato di diritto”. Per questo è fatta richiesta di aprire, con la massima urgenza, una pratica a tutela della giudice di Catania.
Fact checking sulle accuse di Meloni
Gli attacchi alla giudice infatti si baserebbero su delle vere e proprie menzogne. La Repubblica ha prodotto un’analisi delle dichiarazioni di Giorgia Meloni, che si è detta “basita” per la decisione della magistrata Iolanda Apostolico. Nelle sue dichiarazioni però Meloni compie alcuni errori, che cambiano la posizione della magistrata da neutra a schierata (come anche l’indagine de Il Giornale sui social della giudice sembra fare).
Tra le dichiarazioni erronee l’assenza di una valutazione sulle motivazioni dei tunisini che hanno richiesto asilo; infatti non spetta alla giudice, ma alla Commissione per l’asilo. Ancora le dichiarazioni sulla sicurezza della Tunisia, assenti perché non necessarie a valutare la posizione di un richiedente asilo (la norma stessa in materia sottolinea che la provenienza da un Paese sicuro non basta a giustificare l’esclusione dall’asilo). Infine nella decisione di Apostolico non c’è nessun attacco al decreto Cutro, ma Meloni dichiara che la sentenza di Catania è “un attacco a un governo democraticamente eletto”, spostando la questione da giuridica a politica.