Giudice rivela dove Ilaria Salis sconta gli arresti domiciliari, il padre s'infuria: negato rientro in Italia
Scatta la protesta in aula del padre di Ilaria Salis, Roberto, alla rivelazione del giudice dell'indirizzo dove l'attivista è agli arresti domiciliari
Un’informazione che potrebbe mettere a rischio l’incolumità dell’imputata e che ha fatto scattare la reazione del padre Roberto in aula. Nel corso del processo a carico di Ilaria Salis, il giudice ungherese Josef Szos ha rivelato l’indirizzo dove l’attivista milanese sta scontando gli arresti domiciliari dopo aver passato 15 mesi di carcere a Budapest. Immediata l’opposizione della difesa. Poi la decisione del magistrato: misure cautelari prorogate, negato il rientro in Italia.
- L'arrivo di Ilaria Salis in tribunale
- La protesta di Roberto Salis contro il giudice
- L'accusa del padre di Ilaria Salis
- Negato il rientro in Italia
- Gli arresti domiciliari
L’arrivo di Ilaria Salis in tribunale
Nella giornata di venerdì 24 maggio, Ilaria Salis è arrivata in tribunale per la prima volta senza manette e catene ai piedi, dopo oltre un anno di detenzione nel penitenziario di massima sicurezza di Gyorskocsi utca, con soltanto il braccialetto elettronico alla caviglia per controllare i suoi spostamenti agli arresti domiciliari.
L’attivista milanese ha ottenuto la misura alternativa, dietro cauzione di 40mila euro, che sta scontando da circa ventiquattr’ore in un’abitazione di Budapest.
Ilaria Salis in tribunale a Budapest nella prima udienza dopo gli arresti domiciliari
“Oggi non voglio e non posso fare dichiarazioni, c’è il processo. Voglio solo ringraziare tutti” si è limitata a dire Salis, in aula per la terza udienza del processo a suo carico con l’accusa di aver partecipato all’aggressione di tre militanti di estrema destra in una manifestazione neonazista nella capitale ungherese nel febbraio 2023.
La protesta di Roberto Salis contro il giudice
In tribunale, il giudice Josef Szos ha letto l’indirizzo di Budapest dove è stata trasferita l’attivista, circostanza che ha fatto subito protestare Roberto Salis. Davanti alla rivelazione del luogo dove la 39enne insegnante è agli arresti domiciliari, il padre si è subito rivolto verso l’ambasciatore italiano Manuel Jacoangeli dicendo che “bisogna fare qualcosa”.
“L’indirizzo non dovrebbe essere rivelato, anzi protetto e non va inserito nel verbale”, ha detto l’avvocato della difesa Gyorgy Magyar.
L’accusa del padre di Ilaria Salis
Durante una pausa del processo, ripreso dall’Ansa, Roberto Salis ha dichiarato che “c’è un enorme tutela per la persona aggredita, che è ungherese, e poi viene rivelato il domicilio di Ilaria. È un sistema inaccettabile, non mi pare sia un processo giusto“.
E ancora: “È stata anche respinta la richiesta di aggiornare il processo a quando avremo tutti gli atti in italiano e faremo le opportune proteste anche su questo”.
Negato il rientro in Italia
L’informazione fornita dal giudice, in merito all’indirizzo del domicilio, sembrava aver dato alla difesa un grande assist, come sottolineato sempre da Roberto Salis: “Abbiamo una situazione assolutamente ingestibile quindi il Governo deve prendere subito posizione e deve fare in modo o che Ilaria venga trasferita immediatamente in Italia o che vada ora in ambasciata”.
Il giudice, come però poi riferito da LaPresse, ha prorogato di 6 mesi la custodia cautelare, di fatto respingendo la richiesta dei domiciliari in Italia, definendola poi “non impugnabile“.
La prossima udienza è stata fissata al 6 settembre.
Gli arresti domiciliari
La concessione degli arresti domiciliari da parte del tribunale ungherese è arrivata in seconda istanza il 15 maggio. “Siamo molto soddisfatti ma consideriamo i domiciliari in Ungheria solo un primo passaggio verso la libertà di Ilaria perché chiediamo che le venga revocata qualsiasi misura cautelare”, avevano dichiarato i legali italiani di Ilaria Salis, Eugenio Losco e Mauro Straini.
L’obiettivo degli avvocati è di ottenere la revoca dei domiciliari “ma a breve presenteremo la richiesta quantomeno per trasferirla in Itali – avevano aggiunto – e speriamo che il governo italiano si impegni perché questo avvenga, come ha sempre promesso di fare una volta ottenuti i domiciliari in Ungheria”.