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Giovanni Allevi e il mieloma: il racconto del pianista tra dolore, Fentanyl e lo spettro della sedia a rotelle

Giovanni Allevi parla del mieloma, di come gli abbia stravolto la vita rendendolo fragilissimo e di come gli abbia aperto nuove prospettive sull'esistenza

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Il mieloma ha colpito Giovanni Allevi due anni fa, stravolgendo il suo mondo. Il compositore ha più volte parlato di come la malattia gli abbia rovesciato l’esistenza rendendo fragilissimo il suo corpo. Fra gli interventi più toccanti, quello sul palco di Sanremo 2024 in cui Allevi ha parlato del mieloma e dei doni della vita. Recentemente le sue riflessioni sono diventate un libro.

Allevi e il mieloma

“Un giorno ho sentito un forte bruciore alla testa, e poiché i capelli erano lunghi, ricci e intrecciati tra di loro, li ho persi tutti insieme nel giro di poche ore. Li ho tolti come se fossero una parrucca”, racconta Allevi.

“Eccomi: calvo, imbottito di psicofarmaci per non cadere nel baratro del panico, ricolmo di oppioidi, dimagrito fino a pesare 63 chili. Immunodepresso, indebolito, con una flebo perennemente attaccata per l’idratazione. Avevo perso tutto, non solo i capelli”.

Giovanni AlleviFonte foto: IPA

Giovanni Allevi.

Ma dalla malattia è nato un nuovo progetto artistico, un libro, che non solo ripercorre il dramma ma racconta anche la bellezza della vita. Si tratta de I nove doni – Sulla via della felicità, edito da Solferino.

La diagnosi

“Ero per strada, a Roma, mi ha chiamato una dottoressa e mi ha comunicato la diagnosi. Mieloma. Una parola dal suono dolce, ma al tempo stesso insidiosa”, ha raccontato Allevi al Corriere della Sera.

L’impatto di quella telefonata è stato fortissimo e drammatico: “La prima sensazione che ho avuto è stata lo straniamento, come se stessi vivendo dentro un sogno, come se fossi uscito da me stesso, come se lo dicessero a un altro. Ricordo il pavimento del marciapiede come se diventasse obliquo, come se fossi dentro una fotografia. Avevo perso il senso della realtà. Stavo già entrando in un’altra realtà”.

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La prima reazione è stata quella di “angoscia, ansia, incubi, panico”. Poi è subentrata la deformazione professionale: “Sono subito andato a vedere a quali note musicali corrispondessero le lettere della parola mieloma, secondo un procedimento matematico già usato da Bach: do – la bemolle – mi – si – re – do – do. Una melodia romantica, dolce, avvolgente, coinvolgente. Che meraviglia”.

Quelle note diventarono l’inizio di una sorta di diario musicale che Allevi decise di realizzare per raccontare la sua lotta.

Il Fentanyl

Per contrastare il dolore, Allevi ha provato anche il famigerato Fentanyl: “Provavo un dolore lancinante che ho contrastato con una terapia a base di un oppiaceo tristemente famoso, il Fentanyl, che è 100 volte più potente della morfina e che crea effetti collaterali che non avrei mai immaginato: per esempio la sensazione di avere la febbre a 39 fissa, mattina e sera, per mesi. Sfiancante”.

Lo spettro della sedia a rotelle

L’arte e la cultura sostengono il suo spirito nel decorso della malattia che gli causa tremore alle mani e anche nell’ipotesi che ad attenderlo possa esserci una sedia a rotelle, dal momento che da una risonanza è emerso che una vertebra rischia di rompersi, tranciando di netto il midollo spinale.

“Significava l’ipotesi concreta di finire su una sedia a rotelle. Una eventualità non ancora scongiurata, rimandata a un futuro indefinito, ma che per fortuna potrebbe anche non accadere. Sono tutte sensazioni con le quali ho dovuto fare i conti per scoprire dentro di me una forza che non avrei mai immaginato“. Una forza che l’artista ha cercato di condividere scrivendo I nove doni – Sulla via della felicità.

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Giovanni Allevi mieloma Fonte foto: ANSA
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